Affitti e pandemia: ritorno al passato?

Italian house with colorful walls, windows and balcony in Bergamo, Lombardia, Italy

La pandemia ha cambiato il modo di vedere le cose anche nel settore degli affitti. Appena dopo lo scoppio della pandemia le città si sono svuotate, lavoratori pendolari e studenti hanno lasciato i grandi centri urbani e il settore immobiliare ha vissuto un momento particolare poiché l’offerta era molto più alta della domanda. Gli studenti hanno abbandonato le locazioni e usufruito della didattica a distanza nella casa di famiglia e i lavoratori fuori sede hanno usufruito dello smartworking. Tuttavia, in questi due anni si è vista una crescita di richieste di locazioni soprattutto di famiglie che, approfittando dei cali dovuti alla pandemia, hanno cambiato casa. L’imperativo, in questo biennio in fatto di affitti è stato cercare appartamenti più grandi dotati di balconi e terrazzini, così come sono aumentate anche le richieste di case singole con piccolo giardino. È proprio cambiata la priorità in fatto di luogo dove vivere. Anche la possibilità di condividere appartamenti o affittare stanze adesso è meno presa in considerazione dagli studenti che scelgono soluzioni abitative più piccole e autonome.

Il crollo dei prezzi e il canone concordato

Proprio nel 2020 per evitare la perdita di un’entrata cospicua all’anno i proprietari d’immobili hanno proposto il canone concordato. Ossia una formula dove si stabilisce il tempo obbligatorio della locazione in “3 +2”. Cioè, un contratto di 3 anni prorogabili per altri due con la possibilità di fissare un prezzo senza superare un tetto massimo stabilito, data la situazione d’emergenza. Inoltre, questo tipo di contratto ha dei vantaggi fiscali per entrambe le parti che stipulano il contratto. Il crollo dei prezzi d’affitto era comunque inevitabile, tutte le città ne hanno subito le sorti. La città che ha subito le perdite più evidenti nel settore delle locazioni, durante il lockdown, è Milano con circa il 16% in meno, cioè -200 € al mese.


Cambio del trend del mercato degli affitti nel 2022

Sembra che il peggio sia passato e che c’è un ritorno al passato in fatto di locazioni. Pare infatti, secondo gli ultimi sondaggi, che la domanda d’affitto negli ultimi sei mesi si stia assestando ai parametri del pre-pandemia. Si parla di +30% rispetto al primo semestre del 2021. La ricerca di immobili in affitto continua a crescere e tra poco potrebbe superare nuovamente l’offerta. Tra i dati registrati si nota che al Sud, isole comprese e al Centro della Penisola la domanda stia precipitando in alto, molto più che al Nord. Sembra che le logiche del mercato si siano riprese dal colpo inferto dalla pandemia, le città ritornano a riempirsi, sempre con prudenza, e il desiderio di normalità spinge le persone a iniziare a fare progetti in previsione di questo. Dunque è ancora un momento buono per affittare, prima che i prezzi salgano alle stelle, l’aumento per le grandi città al momento è sul 3%, nei piccoli centri si attesta invece sull’1,6%.

Affitti a Bergamo dopo il Covid 19

La città più duramente colpita dalla pandemia in Italia è certamente Bergamo. Ma fortunatamente anche la città lombarda sta tornando alla normalità come dimostrano le statistiche nel mercato degli affitti. Difatti, a quanto risulta gli affitti a Bergamo hanno avuto una domanda che è cresciuta del 133% rispetto al 2 trimestre del 2020. Il costo degli affitti a Bergamo al momento è stabile ma i rialzi ci saranno sicuramente visto la tendenza nazionale. La domanda, che negli ultimi mesi è cresciuta, ha interessato delle zone specifiche di Bergamo specie nella zona nord-est della città per i trilocali, nelle aree più popolari invece sono i monolocali a essere più gettonati. Seppure, anche a Bergamo è il trilocale la soluzione abitativa più richiesta per gli affitti. A fare un’analisi si capisce che si tende a cercare un’abitazione in affitto lontano dai centri affollati, che l’esigenza di spazio è una priorità per tutti dopo il periodo della pandemia ma che, anche se si opta per soluzioni più piccole, queste si cercano in zone che collegano più parti della città, quindi in punti strategici vicino al lavoro ma non distanti dai centri di supporto per i cittadini.