Mascherine all’aperto, il dottor Bassetti contro la decisione di Aprilia

Uno dei volti più noti in ambito sanitario sulla pandemia in Italia da Covid-19, parliamo dell’infettivologo Matteo Bassetti che rilancia la sua contrarietà all’obbligo di mascherina all’aperto facendo più o meno direttamente riferimento all’ordinanza di una settimana di Aprilia, firmata dal sindaco Terra su proposta della Regione Lazio.

In un posto sulla propria pagina Facebook il primario di Malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova sottolinea: Si torna a parlare di mascherine obbligatorie all’aperto senza indicazione di chi e quando. Semplicemente un obbligo in più. Devo dire che queste fughe in avanti mi fanno un po’ paura. Sono francamente perplesso del fatto che in un Comune si possa decidere di mettere la mascherina all’aperto per tutti e in ogni situazione, dopo che è stato ampiamente dimostrato che indossarla in assenza di assembramenti ha un significato del tutto limitato. Non sono d’accordo con il ripristino in un Comune singolo della mascherina all’aperto, basandolo unicamente sull’indice Rt. Non commettiamo errori che abbiamo già commesso in passato. Ci sono altre misure più efficaci e maggiormente supportate dalla letteratura scientifica. Bisogna che guardiamo non tanto l’indice Rt, quanto gli ospedali, se sono pieni o se sono vuoti. Se ci basiamo unicamente sull’Rt facciamo un gran pasticcio.”


Su come affrontare il continuo e costante aumento del numero di contagi che coinvolge alcune regioni italiane ma che giorni alterni vede protagonista anche la nostra provincia (oggi nel bollettino dell’Asl sono stati inseriti oltre 100 nuovi positivi), Bassetti ha le idee abbastanza chiare.

In un successivo post su Facebook, infatti, l’infettivologo spiega: “Da alcuni giorni sono molto perplesso di come si pensa di affrontare la pandemia in Italia. Si parla dell’introduzione di nuove zone gialle, arancioni o addirittura rosse e/o di iniziative locali per mascherine all’aperto o addirittura altre limitazioni. Credo che sarebbe un errore grave, imperdonabile e incomprensibile per la maggioranza degli italiani. Gli effetti di queste misure sono stati modesti dal punto di vista sanitario prima dei vaccini, a fronte di danni economici enormi. Troverei sbagliatissimo imporre restrizioni alla vita dei vaccinati. Sarebbe come ammettere un fallimento della campagna vaccinale, rischiando di minarla per il futuro e facendo un gigantesco regalo ai no vax. Occorre avere nervi saldi senza farsi prendere dai numeri dei contagi, che comunque sono tra i migliori in Europa.

Bisognerebbe puntare su alcune cose fondamentali:
– introduzione del super green-pass per ristoranti, cinema, teatri, stadi , movida, discoteche, attività sportive
– limitare uso e durata del tampone per il green pass
– terze dosi a tutti gli over 60 e ai fragili entro Natale e poi a tutti quelli che l’hanno ricevuta da più di 6 mesi
– vaccinazione nei bambini (quando sarà approvato da EMA e AIFA)
– spingere sull’utilizzo appropriato e diffuso dei monoclonali, dei farmaci antinfiammatori e rendere disponibili presto i nuovi antivirali orali.
Nervi saldi e barra dritta”