Il Comune regala uova di Pasqua ai bambini, ma non a tutti: esclusi in lacrime

Dal Comune, uova pasquali in regalo ai bambini di Itri. Ma non per tutti: solo a quelli che frequentano gli istituti locali. Gli altri? Costretti a restare a mani vuote. Una sorta di cortocircuito che ha portato alle lacrime più di qualche ragazzino, e fatto montare il disappunto di molti genitori.

“Anche quest’anno, come lo scorso, in occasione delle festività pasquali, l’amministrazione comunale farà dono di un uovo di cioccolata ai bambini ed ai ragazzi che frequentano le nostre scuole, dalla scuola dell’infanzia sino alla secondaria di primo grado”, la comunicazione del sindaco Antonio Fargiorgio rispetto all’iniziativa. “Un modo per suscitare e regalare un sorriso a beneficio delle nostre più giovani generazioni, quelle che sicuramente più soffrono per i disagi legati alla pandemia, ma che hanno tuttavia dimostrato una grande attitudine alla resilienza ed una grande capacità di adattamento. Mi auguro che il dono venga apprezzato e che possa essere oggetto di condivisione all’interno delle singole famiglie in cui arriverà. Seguiranno istruzioni circa le modalità di consegna, che avverrà nel rispetto delle regole anti Covid. Che sia per tutti una Pasqua serena e di pace”.


Peccato che, come accennato, la pur lodevole iniziativa – messa in campo con le tasse di tutti – sia stata riservata solo a una parte dei bambini del posto. L’anno scorso le uova di Pasqua vennero consegnate senza fare alcuna distinzione. Mentre questa volta si è dato un taglio netto: liste alla mano, il dono è stato riservato ai soli iscritti agli istituti itrani. Escludendo i bimbi che, per un motivo o per un altro, frequentano scuole dei comuni limitrofi. Allo stesso modo dei disabili che frequentano le strutture loro dedicate, e dei piccoli che non vanno all’asilo. Quella che è stata percepita come una discriminazione bella e buona. Tanto da numerosi adulti, quanto – ed è la cosa peggiore – da una cospicua fetta dei minori “tagliati”. Alcuni rimasti senza l’agognato uovo dopo essersi messi pazientemente in fila, ovviamente ignari dei distinguo amministrativi.