Rapine in serie, misura cautelare a carico di un 51enne

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I carabinieri del Reparto Territoriale di Aprilia, nella serata di lunedì, hanno notificato la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e l’obbligo di dimora presso il Comune di Aprilia, con la prescrizioni di permanenza in orario serale e notturno presso la propria abitazione ad un cittadino italiano, rapinatore seriale, G.C., classe 1969, residente in città

Il provvedimento emesso dal Gip del Tribunale di Latina Giorgia Castriota, su richiesta del procuratore aggiunto Carlo Lasperanza e del pubblico ministero Antonio Sgarrella, è scaturito dopo una serie di approfondite indagini esperite dai carabinieri apriliani ed iniziate il 13.3.2020. Ovvero quando erano iniziate le indagini nei confronti dell’autore di una rapina a mano armata ai danni dell’ufficio postale di Largo Marconi, messa in atto da un soggetto di corporatura robusta, altezza 1,70-1,80 circa, di circa cinquanta anni, con capelli e barba brizzolati ed una evidente calvizie, il cui volto era parzialmente travisato da uno scaldacollo.


Nella circostanza il malvivente, con la minaccia di una pistola verosimilmente di tipo semiautomatico di colore nero, aveva intimato all’impiegato dell’ufficio postale di consegnare tutti i soldi presenti in cassa, richiesta esaudita dalla parte offesa, intimidita dalla minaccia dell’arma impugnata dal malvivente. Autore di un colpo fruttato 914,90 euro.

Grazie ai filmati dell’impianto di videosorveglianza esterna di un vicino esercizio commerciale i militari dell’Arma hanno acquisito un’immagine sufficientemente chiara del malfattore in fuga, utile ad avviarne le preliminari ricerche.

In particolare la ricostruzione antropometrica evidenziava un abbigliamento molto particolare composto da: un giubbino trapuntato di colore blu/nero indossato sopra una felpa con cappuccio di colore blu; un pantalone tipo tuta ginnica di colore grigio scuro con banda verticale a contrasto di colore chiaro e calzature ginniche di colore uniformemente nero.

“Particolare – sottolineano dall’Arma – era anche la circostanza secondo la quale un soggetto avente le stesse fattezze somatiche ed un abbigliamento similare, nei giorni successivi, aveva perpetrato altri sei delitti di analogo tenore, avvalendosi della medesima tattica intimidatoria ovvero quella di mostrare agli addetti alle casse una pistola di tipo semiautomatico di colore nero custodita nella tasca esterna del giubbino indossato e successivamente arraffando il denaro contenuto nei cassetti dei registratori di cassa per poi darsi a precipitosa fuga”.

Nel corso di questi blitz in sequenza il malvivente, ripreso dai sistemi di videosorveglianza, veniva immortalato sempre con abbigliamento composto da due tipologie di giubbini e pantaloni ma contraddistinto dalle medesime calzature di tipo ginnico e di colore nero. E veniva anche immortalata una sorta di limitazione funzionale dell’avambraccio, interessato da una sorta di evidente fasciatura bianca, maldestramente dissimulata tentandone la ritrazione all’interno della manica del giubbino.

Questi elementi, uniti alle impronte dattiloscopiche lasciate dal rapinatore su due flaconi di detergente spray che aveva portato alla cassa per simulare di essere un normale cliente in coda, hanno infine permesso di individuare il rapinatore. Ritenuto responsabile dei seguenti colpi:

1. 13.3.2020 rapina a mano armata all’ufficio postale di Aprilia, con un bottino di 914,90 euro;

2. 20.3.2020 tentata rapina a mano armata alla farmacia San Michele di Aprilia;

3. 24.3.2020 rapina a mano armata al supermercato IN’S  di via Aldo Moro, con un bottino di euro 550 euro;

4. 7.4.2020 rapina a mano armata al supermercato IN’S , con un bottino di 350 euro;

5. 8.4.2020 rapina a mano armata al supermercato IN’S, con un bottino di 135 euro;

6. 11.4.2020 rapina a mano armata al supermercato Penny market di via Aldo Moro, con un bottino di 204.46 euro;

7. 28.4.2020 tentata rapina ai danni, di nuovo, del supermercato IN’S.

Nel corso delle indagini, durante le perquisizioni delegate dai pubblici ministeri coordinatori delle indagini, si è proceduto a sequestrare i capi di abbigliamento. All’appello manca l’arma utilizzata, a detta dell’indagato una pistola giocattolo.