Botte e caporalato, caduti i gravi indizi: revocate le misure agli imprenditori, Procaccini punta il dito

Accuse messe da parte, all’atto degli interrogatori di garanzia. Il gip di Latina Giuseppe Molfese ha revocato le misure cautelari emesse nei giorni scorsi a carico dei due imprenditori agricoli di Terracina, padre e figlio, rispettivamente 52 e 22 anni, accusati di caporalato, ma soprattutto di aver malmenato e gettato in un canale un bracciante indiano di 33 anni impiegato nell’azienda di famiglia. Il genitore si trovava agli arresti domiciliari, mentre a carico del congiunto era stato disposto l’obbligo di firma.

Il 33enne aveva denunciato di essere stato aggredito dopo aver chiesto dei dispositivi di protezione individuale per proteggersi dal contagio da Covid-19, versione di parte respinta con decisione dagli indagati. Assistiti dall’avvocato Giuseppe Fevola, una volta comparsi davanti al giudice per le indagini preliminari hanno fornito tutt’altra ricostruzione: non avrebbero mai picchiato lo straniero, ma a loro dire era stato quest’ultimo a minacciarli, in seguito a una richiesta di un anticipo sullo stipendio rifiutata. Tanto che, secondo la loro versione, sarebbero in seguito andati dai carabinieri per denunciare l’accaduto. Proprio nello stesso giorno in cui quest’ultimo riferiva della brutale aggressione subita. Ci sarebbero anche dei testimoni.


Dichiarazioni, quelle rese dagli imprenditori, ritenute allo stato attuale valide e non contraddittorie. Secondo il gip nessun grave indizio di colpevolezza, nei loro confronti. Da qui, dunque, la revoca delle misure fino a prima in essere. Decisione che a margine ha portato ad intervenire con decisione anche la politica.

Mi aspetto adesso le scuse del ministro Bellanova a tutta la nostra comunità, a tutta le nostre aziende agricole. Ma temo che non abbia questo dignitoso coraggio e temo che non arriveranno mai”, ha dichiarato il parlamentare europeo di Fratelli d’Italia Nicola Procaccini, membro della Commissione agricoltura del Parlamento europeo ed ex sindaco di Terracina. “Di questo caso hanno parlato telegiornali, tv, commentatori, politicanti, i ‘professionisti’ dell’agromafia, come li chiamerebbe Sciascia. C’è stato persino un Ministro che ha giustificato la sanatoria di centinaia di migliaia di immigrati irregolari, citando proprio questo caso su Terracina. Rivelatosi dunque, al momento, falso. A differenza di quei signori, io preferisco aspettare che le indagini si concludano, prima di sparare condanne ai quattro venti. E comunque non cambierebbe di molto la realtà dei fatti. In questa terra, quella dove abito, vivono e lavorano duramente migliaia di italiani e di stranieri regolari. Con coraggio e solidarietà tirano fuori dalla terra prodotti che vengono esportati in tutto il mondo. Ma questo non fa notizia, né porta voti, mentre di un solo deprecabile episodio di maltrattamenti (in questo caso probabilmente falso), si imbastisce una campagna contro la verità e contro la bellezza della nostra migliore agricoltura”.