Regione Lazio, riconosciuta indennità da mille euro per sanitari a rischio Covid-19

Nei giorni scorsi aveva fatto notizia la scelta, simile, operata dal governatore dell’Emilia Romagna e dedicata a chi è in prima linea contro il virus. Oggi arriva la nota che parla di un accordo sottoscritto in Regione Lazio per chi è nel settore sanitario e lotta sul fronte Covid-19: 1.000 euro a chi è nella prima fascia di rischio, 600 per chi è nella seconda.

“Venerdì 11 aprile – si legge nella nota – è stato sottoscritto con la Regione Lazio un accordo di riconoscimento per l’eccezionale attività svolta dagli operatori del Servizio Sanitario della Regione. “La firma – dicono congiuntamente Gianluca Giuliano Segretario Nazionale della UGL Sanità e Armando Valiani Segretario Regionale della UGL Lazio – è un fatto positivo ma non risolutivo. Fin dall’inizio dell’emergenza legata al diffondersi del Covid-19 siamo stati in prima fila nel pretendere tamponi e protezioni adeguate per i lavoratori impegnati in questa durissima battaglia ma anche che la loro abnegazione, il loro sacrificio venisse riconosciuto attraverso la detassazione degli emolumenti dell’intero anno 2020 con una aliquota unica al 10% che abbiamo richiesto il 2 aprile scorso in una lettera inviata ai Ministeri dell’Economia, del Lavoro e della salute. Dall’accordo sottoscritto con la Regione Lazio i lavoratori dipendenti appartenenti all’area del comparto e all’area della dirigenza, titolari di contratto di lavoro subordinato delle Aziende e degli Enti del SSR, nonchè i medici in formazione specialistica, i titolari di incarichi libero professionale , i contratti di collaborazione coordinata , in servizio dal 10 marzo 2020 al 30 aprile 2020, e che abbiano coperto almeno 20 turni di lavoro, vedranno riconosciuto un importo unico di 1.000 euro se inseriti nella Fascia A, di rischio elevato, o 600 euro se inseriti nella fascia B (rischio medio) a seconda del riconosciuto livello di esposizione. Oltre a ciò la Regione Lazio amplierà l’indennità infettivologica prevista dall’art. 86 del CCNL Area di Comparto a tutti i profili sanitari anche non previsti dalle vigenti disposizioni contrattuali che abbia svolto almeno una giornata di lavoro presso una struttura Covid. Sono certamente segni di buona volontà ma ciò non può bastare. Il ritorno alla normalità si annuncia lungo e complesso, perché il virus non concede tregue, e gli operatori della sanità hanno già pagato, e stanno continuando a farlo, con deceduti e contagiati. Per questo ribadiamo con forza che per loro vanno varate misure eccezionali di ogni tipo che non possono fermarsi alla sola erogazione di un una tantum”.