Atto vandalico a colpi di spray, scempio alla Villa di Tiberio. “Che Zeus vi fulmini!” – VIDEO

Martedì mattina Sperlonga si è svegliata con un’amara sorpresa: i resti della Villa di Tiberio erano stati deturpati nottetempo a colpi di bomboletta, dando vita a un grosso (e a dir poco malriuscito) murales con riferimenti al sesso in spiaggia.

A dare notizia dell’accaduto attraverso la propria pagina Facebook, con tanto di video e foto dello scempio, Irene Chinappi. Messo nell’occasione da parte il ruolo di portavoce comunale, è intervenuta a titolo personale mettendo metaforicamente ko l’autore (o gli autori, chissà) di quest’ultimo sfregio alla Storia, ben più grande ed evidente di quello perpetrato nel 2017, quando l’area protetta – parte integrante del Parco regionale Riviera d’Ulisse – era stata per l’ultima volta interessata dalle attenzioni dei vandali dallo spray facile.


“Stanotte – scrive la dottoressa Chinappi – qualche baldo giovane certamente privo di materia cerebrale ha pensato che scrivere sui resti della villa di Tiberio lo avrebbe esaltato. Che i suoi amici lo avrebbero osannato per aver compiuto un gesto così trasgressivo. Macché! trasgressione? Questo non è niente, per loro è roba di tutti i giorni. Senza la quale però, è evidente, non sanno vivere.

Sarebbe troppo auspicare che un giorno s’innamorassero così profondamente delle loro radici, degli eroi antenati, delle gesta d’Ulisse tanto da poter vedere l’orrore che hanno compiuto. Purtroppo non credo che certi cervelli potranno mai conoscere i valori sublimi degli eroi né essere vergognosamente felici. Che Zeus vi fulmini voi e le vostre bombolette spray!”.

Se gli invocati fulmini riescano o meno ad andare a segno non possiamo saperlo. Ma, di sicuro, l’autrice del post di denuncia è stata in un certo senso clemente. Di fronte a quanto accaduto altre terminologie, ben lontane da echi classicheggianti, probabilmente non avrebbero sfigurato.

L’atto vandalico vista mare è stato subito segnalato all’assessore ai Beni comuni e all’assetto del territorio, Stefano D’Arcangelo, che ha quindi allertato la soprintendenza per i Beni archeologici del Lazio.

A PAGINA 2 – FOTO E VIDEO DELLO SCEMPIO