L’appalto rifiuti passa di mano, il lavoratore rischia il posto: FRZ condannata ad assumerlo

Nell’ambito di un passaggio di appalto ha rischiato di restare disoccupato, venendo ‘lasciato a piedi’ da due aziende, ma ora ha potuto tirare un sospiro di sollievo. Braccio di ferro vinto, per il formiano Antonio Marrocco, giovane operatore del servizio di nettezza urbana che si è appena visto riconoscere dal giudice del lavoro il diritto ad essere assunto dalla società Formia Rifiuti Zero. Anzi, a vedersi riconosciuta un’assunzione retroattiva, a decorrere dall’entrata in gioco della società di proprietà del Comune di Formia nell’appalto in questione. Quello per il servizio di igiene urbana del Comune di Ventotene, fino a prima gestito dalla Servizi Industriali. Società che il 13 dicembre 2017, in concomitanza con l’addio e il passaggio del testimone alla FRZ, comunicò al malcapitato, unico dipendente rimasto in servizio a certe latitudini, il recesso del rapporto di lavoro “per giustificato motivo oggettivo”. Da una parte messo alla porta, dall’altra porta chiusa. D’un colpo, il baratro. Con buona pace, finora, delle clausole di salvaguardia sociale volte a garantire la continuità occupazionale.

Adesso, a scongiurare che l’operatore formiano fosse costretto a riporre ramazza e quant’altro, rimanendo senza stipendio e altre forme di sostentamento, la sezione Lavoro del Tribunale di Cassino, col collegio presieduto da Massimo Pignata – a latere Lorenzo Sandulli, relatore ed estensore Annalisa Gualtieri – che dopo essersi inizialmente riservato si è espresso nei giorni scorsi con un’ordinanza. Sul banco il reclamo di Marrocco, che assistito dall’avvocato Iolanda Petracchini lo scorso agosto aveva presentato ricorso a una prima ordinanza del giudice del lavoro: in quel caso, il tribunale aveva rigettato le istanze dell’operatore, che chiedeva in via cautelare l’assunzione alla FRZ a partire dal 14 dicembre 2017, in quanto aggiudicataria provvisoria del servizio rifiuti a Ventotene, e alle dipendenze della società che da lì a seguire si sarebbe aggiudicata il servizio, in seguito risultata sempre la FRZ.


Pesantemente a rischio, col cambio di mano nell’appalto, il futuro dell’operatore ecologico: rischiava di non vedersi riconosciuto il diritto al passaggio diretto da un’azienda all’altra. Da quella che fino a prima aveva gestito il servizio sull’isola pontina, la cessante Servizi Industriali, alla subentrante FRZ. Vicenda articolata, a lungo in bilico tra questioni di inquadramenti e cavilli contrattuali. Fredda burocrazia che per poco non ha privato Marrocco dell’unica fonte di reddito. Dietro l’angolo c’era un danno grave e irreparabile, tale da non essere ristorabile neppure successivamente, come evidenziato dall’avvocato del lavoratore. Mentre, da par suo, la FRZ rispediva al mittente le istanze del lavoratore sostenendo in particolare che, invece di essere dislocato a Ventotene, fosse in realtà in servizio sull’unità produttiva di Latina della Servizi Industriali. Così non era secondo i giudici. E a testimoniarlo c’è una serie di riscontri documentali. Fra i quali è spuntato pure quello inerente un incidente stradale di lieve entità, che coinvolse un mezzo della nettezza urbana della Servizi Industriali: un sinistro che da una nota interna risulta avvenuto appunto a Ventotene, con protagonista Marrocco intento a condurre un camioncino ribaltabile. Non l’unico elemento che ha portato il tribunale del lavoro ad attestare l’effettivo svolgimento delle mansioni dell’operatore ecologico sull’isola. E quindi a dare ragione alle sue istanze.

“In definitiva – scrive il tribunale nella recente ordinanza – nessuno degli argomenti che la società (FRZ, ndr) ha opposto al diritto rivendicato da Marrocco appare supportato sul piano probatorio né la società ha allegato ulteriori motivi di incompatibilità tra l’utilizzo del signor Marrocco e la propria organizzazione imprenditoriale, con conseguente verosimile e probabile fondatezza della domanda in questa sede esposta”. Ecco dunque la riforma della precedente ordinanza, sottolineano dal collegio giudicante “in punto di periculum (in mora, ndr), unicamente sulla base della ulteriore prodotta”. Testa a testa vinto, come anticipato: il collegio giudicante ha accolto il reclamo dell’operatore che rischiava il posto e, per l’effetto, dichiarato il suo “diritto (…) all’assunzione da parte della Formia Rifiuti Zero srl a far data dal 14.12.2017, condannando la società (…) a porre in essere quanto necessario per procedere alla assunzione”.