Aprilia, Giornata Mondiale del diabete. Il bilancio finale della manifestazione

Su 358 test eseguiti su persone di età compresa tra i 55 e i 70 anni, il 70% di persone è risultata in sovrappeso, nel 45% dei casi è stata riscontrata una pressione arteriosa troppo elevata, il 40% manifestava una elevata glicemia e ben il 20%, circa 60 persone, aveva già il diabete senza esserne a conoscenza.
Sono dati allarmanti, quelli emersi in seguito ai cinque giorni di screening gratuiti effettuati dalla diabetologa della Asl, la dottoressa Grazia Pia Ricciardi, dall’infermiera Greta Mureddu, operatrice presso il reparto di diabetologia della Als, dagli infermieri della Casa di Cura Città di Aprilia Giovanni Vittoriano, Maria Manduca e Gaetano Grillo e dal volontario della Croce Rossa Italiana Simone Conduro, presenti dal 12 al 16 novembre presso il poliambulatorio di via Giustiniano per la Giornata Mondiale del Diabete, organizzata da Aida onlus e dalla Asl Distretto 1 di Aprilia. Durante le 5 giornate sono stati eseguiti anche 160 esami audiometrici a cura della Udisence.

Dati, quelli emersi al termine della manifestazione, che aiutano a far riflettere sull’ambia diffusione del diabete, che nella tipologia 2, legata maggiormente all’alimentazione e allo stile di vita, tende a diffondersi a macchia d’olio coinvolgendo soprattutto fasce della popolazione più a rischio proprio a causa delle cattive abitudini. Il diabete, malattia cronica silenziosa, colpisce oggi 437 milioni di persone nel mondo, mentre 212 milioni sono malati senza saperlo.
Ad Aprilia sono in cura presso il poliambulatorio di via Giustiniano 1600 pazienti, assistiti solo dalla responsabile del reparto di diabetologia, la dottoressa Grazia Pia Ricciardi e da una infermiera. Altri 1200 pazienti gravitano attorno al poliambulatorio per i piani terapeutici, ma l’incidenza ad Aprilia è molto più elevata. Tanti sono i pazienti che scelgono altre strutture, oppure non ancora afflitti dalle gravi complicanze, quali retinopatie o scompensi cardio- circolatori.


“Questo programma di screening gratuito – spiega la dottoressa Grazia Pia Ricciardi – ottiene sempre un grande successo, tuttavia una volta diagnosticata la malattia riscontriamo poca disponibilità da parte dei pazienti a modificare il proprio stile di vita con una dieta equilibrata e l’esercizio fisico, fondamentale. Le persone vanno educate a seguire i piani terapeutici, ma da soli gli specialisti non possono farcela. Bisogna creare una rete diabetologica che contempli anche l’intervento nelle prime fasi dei medici di base. A loro va data la possibilità, una volta fallito l’effetto dei primi farmaci, di poter prescrivere farmaci innovativi, che oggi possono essere prescritti soltanto dagli specialisti, già oberati dalla presa in carico dei pazienti cronici più gravi, ai quali deve essere insegnata la corretta somministrazione dell’insulina e che seguono anche molti pazienti giovani affetti da diabete di tipo 1, che vanno seguiti con una particolare attenzione”.

“La Asl – ha dichiarato il Direttore della Asl distretto 1, dottor Belardino Rossi – nonostante le carenze di attrezzature e personale, lavora per poter intervenire in maniera più incisiva soprattutto sulle cronicità, in particolare per la presa in carico dei pazienti diabetici. Riteniamo divenga più facile dopo la partenza dei PDTA, per patologie come diabete e Bco che in provincia colpiscono 15 mila persone. Speriamo di poter inaugurare a breve questo percorso, che contempla tra l’altro la creazione di una rete anche grazie ai medici di base. Bisogna superare la mentalità secondo cui tutti i pazienti diabetici debbano essere seguiti dagli specialisti: possono farlo, dopo una adeguata formazione e contatti costanti con gli specialisti, i medici di base. Il malato inoltre deve diventare soggetto attivo della malattia e nella cura”.

Presente all’incontro, anche Francesca Barbaliscia l’assessore ai servizi sociali del Comune di Aprilia, che ha dato patrocinio gratuito all’iniziativa.
“Questa estate l’Aida onlus – ha spiegato il presidente Giustino Izzo – ha presentato un progetto e partecipato al bando per l’assegnazione dei locali della ex scuola di via Inghilterra. Siamo in dirittura d’arrivo con l’assegnazione e si tratta di un traguardo importante per la nostra associazione. Avere una sede permanente e spazi a disposizione, vuol dire avviare una serie di progetti che ci permetteranno di lavorare per la prevenzione del diabete e delle complicanze quando la patologia è già insorta. Sempre collaborando con il comune e con la Asl, vorremmo ristrutturare gli spazi e ricreare una palestra che permetta di effettuare anche lo sport come terapia”.