Saviano risponde allo striscione di Casapound: “Fasciocriminali”

Il giornalista e scrittore Roberto Saviano ha partecipato solo pochi giorni fa al Festival letterario chiamato “Come il Vento nel Mare”. E in un’intervista diretta dal giornalista di Radio Radicale Massimiliano Coccia ha accompagnato, insieme al sindacalista USB Aboubakar Soumahoro il folto pubblico presente nella sera dell’Hotel “Miramare” in un viaggio attraverso i concetti e “gli scontri” di cui è protagonista oggi Saviano, in accesa polemica con il Ministro degli Interni Matteo Salvini che lui chiama – lo ha fatto anche al Miramare lo scorso sabato sera – il “Ministro della Malavita”. Ma soprattutto è stato un incontro per l’integrazione tra i popoli e la parità di diritti per i lavoratori, anche quei lavoratori stranieri del comparto agricolo in tutta Italia che sono spesse volte oggetto di sfruttamento. L’imponente spiegamento di forze ha probabilmente inibito qualsiasi forma di manifestazione di dissenso e di protesta come striscioni e cori che erano stati evocati sul web da parte specialmente di gruppi di estrema destra. Ma superata la buriana, si è fatto trovare pronto l’ormai immancabile messaggio pubblico tramite striscione di Casapound.

Messaggi con il gusto del sarcastico, a volte, come quello recentemente mandato al sindaco di Latina Damiano Coletta di fronte alla biblioteca comunale da tempo senza condizionatori d’aria (Damià, fa caldo”). Altre volte invece hanno il gusto della citazione ai confini del critpico, mentre con Saviano sono andati direttamente al punto: “Saviano Cantastorie. Un insulto quasi da scuole elementari di tempi più galanti, tutto sommato ma con un intento chiaro, quello di esserci e sottolineare il proprio dissenso. Questo dunque lo striscione lasciato di fronte all’Hotel Miramare dai militanti di Casapound che con questa “azione” hanno messo la loro striscia di carta sull’evento a loro sgradito. Vicenda chiusa? Nemmeno per idea, perché l’occhio vigile dei media manager di Saviano non si lasciano sfuggire l’occasione e lo scrittore affida al web la sua risposta, articolata (come ci si aspetta da uno scrittore di successo) tagliente, altrettanto definitiva. Saviano Scrive sulla sua pagina social mostrando lo striscione del Miramare:


“Ecco la scritta che gli aspiranti fascistelli di Casapound hanno esposto dopo il mio incontro a Latina con Aboubakar Soumahoro. Pensate di insultare definendomi cantastorie? Io sono fieramente cantastorie. Mi sono sempre riconosciuto nei bardi e nei menestrelli, nei cantori nomadi e di piazza. Rivendico d’essere cantastorie. Come diceva Ernst Jünger, che citate a sproposito e non leggete (come Pound, del resto), “gli uomini hanno, come gli alberi, il loro lato esposto al vento e, come le montagne, la loro parete a Sud.” Al vento esponete bandiere e proclami, ma dietro la vostra parete siete solo una ridicola organizzazione promiscua con la criminalità organizzata nella peggiore tradizione fasciocriminale”.

Comunque la si pensi, da una parte c’è lo striscione di Casapound che ormai sembra quasi un sigillo di garanzia su un evento con il quale loro “non sono d’accordo” (come se in città potessero essere messe in scena solo presentazioni, eventi e spettacoli graditi in quel di Casapound altrimenti scatta la scomunica con tanto di striscione da stadio, ormai obbligatoria). Solo una (fortunatamente) pallida reminiscenza dello squadrismo d’altri tempi che di tutto sembra volersi occupare. Uno striscione al giorno toglie l’anonimato di torno, praticamente. Dall’altra però Saviano sembra aver preso la preoccupante china di rifilare il titolo di “criminali” collusi o “promiscui” con questa o quella cosca a chiunque non la pensi come lui. Una battaglia da differenti trincee che non porterà mai a nessun confronto ma solo a sintesi di pensiero più o meno elaborate dove chi ritiene di avere ragione penserà semplicemente di avere più ragione di prima e basta.

Questo lo si evince anche dal tono dei commenti (se proprio viene voglia di esercitarsi a trarne qualcosa) che si possono leggere sotto il post dello scrittore. Troverete ben delineate le trincee opposte da cui emergono argomentazioni pro o contro Salvini. Pro o contro migranti. Pro o contro Saviano condite da contumelie di ogni tipo, da accuse di buonismo, di razzismo e di ignoranza, nel migliore dei casi. Da ovunque lo si guardi uno spettacolo desolante. Inutile dire che visualizzazioni, like, condivisioni e reazioni fioccano a migliaia.