VIDEO – Santuario pagano a Itri, dalle iscrizioni alla statua: le ultime scoperte

Si è tenuta ieri, presso la sala consiliare del Comune di Itri, la conferenza pensata per illustrare le recenti ed importanti scoperte relative all’antico santuario romano situato in località San Cristoforo, venuto lentamente alla luce su un’area privata poi donata dalla famiglia Ialongo alla collettività. “Uno straordinario rinvenimento”, che potrà aprire “nuovi scenari sull’origine stessa della città”, hanno sottolineato dall’amministrazione del sindaco Antonio Fargiorgio. 

Tra i presenti il funzionario della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio Francesco Di Mario, unitamente ad altri studiosi, ai referenti dell’associazione archeologica “Ytri” e a tutti coloro che hanno contribuito a scoprire il sito.


“Nel 2011 veniva effettuato il primo scavo ufficiale della Sorpintendenza archeologica del Lazio a Itri, in località San Cristoforo nella proprietà della famiglia Ialongo”, ha spiegato per conto dell’associazione “Ytri” l’archeologa ed ex Soprintendente Marisa de’ Spagnolis. “Lo scavo ha permesso di documentare inequivocabilimente la presenza di un’area santuariale con grandissima probabilità dedicata ad Ercole, nata a partire dalla fine del IV secolo a.C. e ristrutturata nel II secolo avanti Cristo. Alcuni gradini hannon presentato iscrizioni che ci hanno fornito i nomi di una famiglia di curatori del santuario: la Gens Allia.

In seguito al diserbo fatto realizzare grazie al Comune di Itri, sono stati visti blocchi di calcare relativi ad una struttura crollata. Tra i blocchi sono state rinvenute altre sette iscrizioni facenti riferimento a lavori effettuati nel santuario.

Tra i blocchi di calcare si è raccolto nel mese di maggio 2018 un busto marmoreo acefalo relativo ad una statua virile di togato, stante, conservato per solo 0,70 metri di altezza. La scultura lacunosa della parte inferiore del corpo e del braccio destro è raffigurata con indosso una tunica con al di sopra la toga, movimentata da sottili pieghe, che dalla spalla sinistra scende verso il fianco e copre il braccio sinistro privo della mano, piegato ad angolo retto.

Nella parte posteriore la statua presenta una dettagliata lavorazione della toga con pieghe ben evidenziate, segno che doveva essere vista da tutti i lati. Essa si inquadra cronologicamente in epoca augustea-tiberiana e forse si ricollega alla scultura relativa alla parte inferiore di un togato rinvenuta nel 2011 nello stesso sito e trasportata al Museo di Sperlonga”.

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