Ambiente danneggiato dalle capre: dovranno essere eliminate da Palmarola

Palmarola (ponzaracconta.it)

Altro che i dolci animaletti di Heidi di cui sono da anni innamorati i bambini di mezzo mondo. Sembra proprio che le capre siano diventate una tra le principali minacce per la biodiversità in Italia. Ne sono convinti gli esperti, che hanno messo a punto progetti per eliminarne ogni traccia da ecosistemi delicati. Dopo il caso delle oltre cento caprette dell’isola ligure di Palmaria, nei pressi di Porto Venere, che una battaglia portata avanti dagli ambientalisti ne ha evitato l’abbattimento e che dovranno essere trasferita sulla terraferma, spunta così il caso di Palmarola. Nell’isola dell’arcipelago pontino definita dal documentarista Folco Quilici la più bella del Mediterraneo, capre allo stato selvatico vivono da secoli, ma ora l’Ispra ne ha disposto la cattura, il trasferimento a Ponza e l’affidamento agli allevatori che ne faranno richiesta.

Entro il 31 dicembre dell’anno prossimo non si dovrebbe più vedere neppure una capretta saltare lungo le pareti scoscesi di Palmarola, disabitata in inverno e tappa fissa del popolo dei mega-yacht nel periodo estivo. La cosiddetta eradicazione di tali animali, indicati come causa della devastazione della vegetazione mediterranea, è stata prevista dal progetto Life “PonDerat”, cofinanziato dall’Unione europea e volto ad eliminare dalle isole pontine ratti e altre specie invasive che minacciano l’ecosistema. Tra cui appunto le capre.


L’Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale ha quindi avviato una ricerca di mercato e, tra un mese, esaminati i preventivi ricevuti deciderà a chi affidare l’incarico di catturare le capre inselvatichite presenti a Palmarola, trasportarle via mare a Ponza, sistemarle in un recinto e poi affidarle agli allevatori interessati. Ne dovrebbero essere catturate circa 80. E per ogni animale dovranno essere indicati in una scheda sesso, età, data e località di cattura. In meno di due anni l’isola diventerà capra free.