Demolizioni mancate a Quarto Freddo, San Felice Circeo bacchettato dal Consiglio di Stato

Il Comune di San Felice Circeo

Ordinanze di demolizione annullate e Comune di San Felice Circeo bacchettato pesantemente. Si è concluso così, davanti al Consiglio di Stato, il giudizio su alcuni manufatti che l’ente locale aveva ordinato di abbattere ben 16 anni fa, per i quali già da 10 anni prima la proprietaria degli immobili stava però dando battaglia. Eliana Pomanti, di Roma, nell’ormai lontano 1986 ha infatti chiesto la sanatoria per opere realizzate attorno alla sua abitazione, estese su una superficie di 116 metri quadrati, 78 dei quali abitabili, e abusive.

Su quell’istanza per i manufatti in via Torre Paola, a Quarto freddo, da allora però l’ente locale non si sarebbe mai pronunciato, salvo nel 1999 emettere gli ordini di abbattimento nonostante la domanda di condono non avesse avuto risposta. Tutto dopo un controllo fatto dai forestali di Sabaudia per dei lavori su quegli immobili dopo i danneggiamenti che avevano subito a causa del maltempo.


Le ordinanze di demolizione, impugnate da Pomanti, sono state ora annullate da Palazzo Spada, che per due volte ha chiesto spiegazioni al Comune, ma invano. E le bacchettate a Palazzo non sono mancate.

“Non v’è chi non veda che, grazie a questo differimento, vi è un sospettabile abuso dello strumento della sospensione del procedimento sanzionatorio – si legge nella sentenza – con il risultato pratico di non applicare le sanzioni di legge”. Di più: “Ove oggettivamente risulti che a ben ventinove anni di distanza dalla presentazione l’istanza di condono ancora non è stata definita, vi sarebbe una grave inadempienza degli uffici del Comune medesimo, fonte di responsabilità per ogni effetto che possa rilevare”.