Sperlonga e il doppio vaso di Pandora: sequestro convalidato per i 21 appartamenti. Come per “La Nave”, si passa al Riesame

Per ora i ventuno appartamenti ricavati da parte dell’hotel “tagliato in due”, nel quartiere Nuova Sperlonga, continueranno a rimanere con i battenti chiusi. Nella mattinata di lunedì, infatti, il gip del Tribunale di Latina Nicola Iansiti ha convalidato il sequestro delle unità immobiliari finite sotto sigilli sabato per l’ipotesi di lottizzazione abusiva. Un provvedimento disposto d’urgenza a firma del sostituto procuratore Simona Gentile, su beni per un valore di circa 5 milioni di euro che sarebbero stati oggetto di un cambio di destinazione d’uso impossibile, stanti le autorizzazioni con cui era stato tirato su l’hotel che ha visto “cicciare” gli appartamenti, rilasciate per una struttura ricettiva a gestione unitaria. Prossima tappa obbligata, un’istanza al Tribunale del Riesame.

La medesima che da qui ai prossimi giorni percorreranno dal “Lido La Nave”, con l’avvocato della proprietà, Alfredo Zaza D’Ausilio, che sta predisponendo gli ultimi carteggi per richiedere lo stop ai sigilli. La rinomata struttura ricettiva in località Salette era stata sequestrata quasi totalmente appena un giorno prima degli appartamenti, in esecuzione di un’ordinanza firmata dal gip Giuseppe Cairo dietro richiesta del sostituto titolare delle indagini, Giuseppe Miliano. Sullo sfondo, questa volta, concessioni rilasciate dal Comune, che ne ha incassato negli anni gli introiti, su beni appartenenti al demanio marittimo ma a lungo considerati di proprietà privata. Questione che tra l’altro non coinvolge il solo “La Nave”, ma anche le altre attività ricadenti, in parte o in tutto, nell’ex particella catastale 100, all’origine del caso e delle presunte concessioni anomale.


sperlonga-comuneMATTONE, “AMNESIE” E BUSTARELLE – Un’amministrazione sempre più nell’occhio del ciclone, “accerchiata” da irregolarità e pesanti ombre. Le inchieste degli ultimi mesi, che si susseguono, rincorrono, accavallano, in costante evoluzione, stanno restituendo un quadro che definire allarmante è un eufemismo: il lato nascosto dell’Urbanistica di Sperlonga si sta all’apparenza palesando in tutta la sua opacità, tra omissioni, “dimenticanze”, ipotetici abusi. E il sospetto, sempre più concreto, che a sorreggere mattoni e cemento ci abbiano troppo spesso pensato le mazzette.

Indicativi, seppure su piani differenti, gli ultimi due blitz in ordine di tempo, quello che venerdì ha interessato lo storico lido “La Nave”, con oltre 3mila metri quadrati di strutture, tra albergo, ristorante ed aree attrezzate finiti sotto sigilli, e quello di sabato, che ha visto il sequestro di 21 appartamenti ricavati, secondo le indagini irregolarmente, dalla metà di una struttura ricettiva nel quartiere Nuova Sperlonga.

sperlongaDue vasi di Pandora, ognuno a suo modo. L’inchiesta partita da “La Nave”, tra le strutture più note e rinomate del borgo, è incentrata su una presunta, illecita occupazione di demanio di competenza regionale: nel tempo, dal Comune, approfittando di una sorta di cortocircuito catastale durato dagli anni Trenta al 2011, avrebbero rilasciato irregolarmente concessioni in serie sostituendosi di fatto all’ente preposto. Tanto nella concessione dei beni demaniali, quanto nella riscossione di relativi canoni per migliaia di euro. Una situazione che però non riguarderebbe il solo lido in oggetto: l’ex particella 100, su cui insiste la maggior parte dell’attività sequestrata, e al centro della proiezione catastale in differita all’origine del succitato “cortocircuito”, visto che il Comune fino a poco fa la riteneva di propria proprietà, è molto estesa, arrivando in territorio comunale dal Lago Lungo fino in centro. Vale a dire che gli accertamenti posti in essere sul “La Nave”, poi finiti coi sigilli, potrebbero essere solo l’inizio. Dietro l’angolo, insomma, sul versante demaniale nel prossimo futuro non è escluso un effetto domino.

sequestro-sperlonga-ottobre-2014Come pure non è escluso l’effetto domino su un’altra questione, forse anche più importante. Anzi, lì la reazione a catena sta già avvenendo. E potrebbe avere esiti devastanti. Stiamo parlando del “caso Immobildì”, che dopo la richiesta della Procura sabato ha portato al sequestro in urgenza dei 21 appartamenti a Nuova Sperlonga, con l’ipotesi di lottizzazione abusiva per via di un cambio di destinazione d’uso “impossibile”. Tra i 28 denunciati, gli ex responsabili dell’ufficio Urbanistica locale, Antonio Faiola e Massimo Pacini. Fatti certamente degni di nota. Eppure, in questa vicenda, il dato principe non è (solo) questo. Partendo dalle presunte violazioni urbanistiche, si è infatti arrivati a ben altro. E ad una seconda inchiesta tuttora in corso, nelle mani dei pm Giuseppe Miliano e Valerio De Luca, e andata a crescere con lo scorrere delle settimane: l’ipotesi, corroborata da un’iniziale testimonianza subito seguita da altre, parla di corruzione. Di permessi rilasciati a suon di bustarelle da un buon numero di imprenditori per costruire o “muoversi” dove non era possibile. Un paventato giro di mazzette per decine di migliaia d’euro, in cui, stando alle ricostruzioni, avrebbe avuto una parte centrale almeno un politico del posto, indicato dal fronte “pentiti” per nome e cognome.