Disastro ambientale alla Centrale Nucleare del Garigliano, sale a tre il numero degli indagati

Centrale Nucleare del Garigliano
*Centrale nucleare del Garigliano*
*Centrale nucleare del Garigliano*

Prorogata l’inchiesta della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere sulla centrale nucleare del Garigliano e aumentato il numero degli indagati.

Il sostituto procuratore Giuliana Giuliano ha ottenuto altro tempo per indagare, sono attese le analisi sui campioni di terreno e non solo prelevati attorno all’impianto e nei pressi del fiume Garigliano, ed emerge adesso che sul registro delle notizie di reato, al nome del responsabile della funzione disattivazione di quella centrale, Marco Iorio, sono stati affiancati quelli degli ex vertici della Sogin, l’ex presidente Giancarlo Aragona e l’ex amministratore delegato, Giuseppe Nucci.


L’inchiesta è partita a fine novembre del 2012, con un blitz compiuto due anni fa dai finanzieri di Mondragone, che hanno sequestrato l’area denominata “Trincea1”, 900 metri quadrati di terreno all’interno dell’impianto, dove sarebbero stati interrati rifiuti radioattivi, tute e materiale tecnico. Sono spuntati i sospetti sui controlli e acquisiti i registri degli scarichi liquidi e aeriformi. L’inchiesta è stata avviata contro ignoti, ipotizzando il reato di attività di gestione di rifiuti non autorizzata.

cartello-centrale-nucleare-garigliano-soginDalle prime analisi sugli scarichi nei pressi del Garigliano sono poi emersi valori maggiori di quelli previsti dalle norme sulla radioattività. Iorio è finito indagato ed è ora emerso che successivamente sul registro delle notizie di reato sono finiti anche l’ex presidente e l’ex Ad della Sogin, la società che si occupa della dismissione delle centrali nucleari. Il sostituto Giuliano ha inoltre ipotizzato anche il reato di scarichi abusivi di acque reflue industriali.

Ora sono attese le analisi sui carotaggi e sui campionamenti effettuati nei pressi del Garigliano quest’anno. Un’indagine determinante per capire se vi sono stati danni ambientali ed eventuali ripercussioni sulla salute nei centri vicini alla centrale, tra cui Castelforte, SS. Cosma e Damiano e Minturno.

 

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