‘Novantadue. L’anno che cambiò l’Italia’, al ‘Filosi’ di Terracina il curatore dell’opera corale

locandinaIncontro pubblico giovedì 10 aprile 2014 c/o la Sala Valadier, con gli studenti dell’IPS ‘Alessandro Filosi’ di Terracina, via Roma 125, per parlare con gli autori di ‘Novantadue. L’anno che cambiò l’Italia’ (Castelvecchi).

Ci sono anni come il 1992 che, per la loro vicinanza, si impongono nella memoria personale prima che in quella storica. Ci entrano con violenza efferata e improvvisa, e da lì non si schiodano, nel bene o nel male. Oppure vi rimangono, ma confusi, deformati dall’orrore per quella violenza che accentra ogni ricordo, impedendo di cogliere a fondo la portata degli avvenimenti.


Diciassette autori si avvicendano sotto la supervisione di Marcello Ravveduto, che spiega: “[…]la nostra non è una ricostruzione fatta da esperti o accademici. È un’opera di Public History. Un resoconto interdisciplinare degli eventi che predilige il lavoro di gruppo. Un testo rivolto a un pubblico eterogeneo, interessato tanto alla Storia quanto alla memoria, che si oppone alla condanna all’oblio, sperimentando la via di un’etica dell’età contemporanea. Il racconto individuale è una narrazione del passato che si fa Storia nel presente[…]”

Come si intuisce dal titolo, il libro “Novantadue. L’anno che cambiò l’Italia” (Castelvecchi), il Terzo Millennio non si concluderà solo con le stragi di Falcone e Borsellino ma volgendo uno sguardo al passato si ricorda tangentopoli, il voto proporzionale uninominale, l’affermazione della Lega, l’agonia dei partiti di massa, la voglia di riscatto civile, il terrorismo mafioso, il debito sovrano alle stelle, l’intervento pubblico assistenzialista, il difficile rapporto con l’Europa
“Novantadue. L’anno che cambiò l’Italia” non è solo l’anno in cui la mafia usò l’esplosivo per uccidere Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ma fu anche l’anno della ribellione civile di Palermo, della televisione della pietà e del dolore, dell’immaginario cinematografico, dell’avanzata dei “perfidi” localismi, della distribuzione di plasma infetto, della silenziosa modernizzazione della ‘ndrangheta, dei grandi pentiti di camorra e all’alba del dominio del clan dei casalesi nell’affare rifiuti. Il ’92 trovano spazio la tangente Enimont e la nuova razza padrona, la Lega Nord, che si proponeva come forza avversa al centralismo di “Roma ladrona”.
Il 1992 dunque, possiamo consegnarlo alla storia come l’anno che ha cambiato l’Italia.

Interverranno

Marcello Ravveduto, Curatore dell’opera, Storico e studioso della modernizzazione delle mafie, Presidente dell’Associazione Antiracket Coordinamento Libero Grassi e autore del libro “Libero Grassi. Storia di un siciliano normale. Vincitore del “Premio Nazionale Marcello Torre” per l’impegno civile. Partecipa a “Novantadue. L’anno che cambiò l’Italia” con il saggio “Il principe di Salina”.

Andrea Meccia, Giornalista free lance, Comunicatore, Insegnante di italiano per stranieri. Si occupa di formazione e di progetti di Media Education nelle scuole pubbliche. Collaboratore di Repubblica.it (Sezione Inchieste). Partecipa a “Novantadue. L’anno che cambiò l’Italia” con il saggio “La grande solitudine”.

Francesca Viscone, Docente Lingua e civiltà tedesca nella scuola secondaria, Giornalista Pubblicista, Collaboratrice di Narcomafie, il Quotidiano della Calabria, Malitalia.it e Stopndrangheta.it. Dal 2012 membro di giuria nel concorso “Musica contro le mafie”. Partecipa insieme Renate Siebert e a Petra Reski a “Novantadue. L’anno che cambiò l’Italia” con il saggio “Gli Invincibili”.

Antonio Turri, Presidente dell’Associazione “ICittadini contro le mafie e la corruzione””