Variante al Piano Regolatore Portuale, Balletta critico verso l’amministrazione Mitrano

*Giovanbattista Balletta*
*Giovanbattista Balletta*

L’ex assessore all’economia del mare dell’amministrazione Mitrano a Gaeta Giovanbattista Balletta ha replicato alle indiscrezioni su un presunto accordo tra lo stesso Mitrano e l’autorità portuale per una nuova variante al piano regolatore portuale. Affermazioni prevedibilmente critiche, per usare un eufemismo, in virtù della cacciata di Balletta, che in giunta era anche vicesindaco, da parte dello stesso Mitrano che ne decise l’esclusione con la scusa di un turnover poi mai compiutamente portato a termine.

“Trovo allucinante – dichiara Balletta – l’opzione della delocalizzazione del pontile petroli, perché di fatto non risolve il grave problema della sicurezza ma si limita spostare il problema da un luogo ad un altro. Tra l’altro, in tutto questo scenario dovremmo dire addio a tutti i piani di riqualificazione dei quartieri che vivono in prossimità del porto che dovranno, invece, abituarsi a convivere con il pericolo di una petroliera ormeggiata sotto casa mentre la spiaggia di Vindicio verrebbe colpita da uno tsunami da cui non potrà mai più rialzarsi decretando la fine della sua vocazione turistica.


Come si potranno coniugare turismo e petrolio? A questo punto credo sia opportuno che l’amministrazione comunale di Gaeta responsabilmente chiarisca una volta per tutte dove si vuole delocalizzare la banchina petroli al fine di placare le voci che circolano tra Gaeta e Formia. Altro rischio che si corre, in un momento storico dove si parla sempre più di spending review,  è quello che vengano spesi milioni di euro per tutta una fase di progettazione che porterebbe a soluzioni inopportune e impraticabili per il territorio. I soldi pubblici devono essere spesi per cose concrete e fattibili e non buttati via dalla finestra, come sembra che stia accadendo. Sarebbe oltremodo interessante anche capire a fondo chi sta realizzando la progettazione.

Nel nuovo piano regolatore portuale di Gaeta il punto di partenza dovrà essere, facendo riferimento a recentissimi studi e approfondimenti, la definitiva delocalizzazione del punto di scarico del petrolio in mare aperto attraverso una boa del tipo off-shore mentre in merito ai nuovi interventi infrastrutturali servono pochissime e mirate azioni. Che senso ha progettare nuove e faraoniche infrastrutture quando non si riescono a chiudere gli attuali lavori nel porto dove abbiamo ancora un lago salato al centro del nuovo piazzale e dove sono stati spesi 25 milioni di euro e non ha ancora prodotto un solo centesimo?

Ritornando alla soluzione della boa off-shore in mare aperto per lo scarico di idrocarburi, oggi questa è la pratica utilizzata nella stragrande maggioranza dei porti di tutto il mondo evidenziando che anche i porti di Genova e Napoli si stanno organizzando in tal senso. A Genova i costi della delocalizzazione ce li metterà l’Eni mentre a Napoli saranno utilizzati fondi comunitari. A Gaeta chi pagherà? Trovo oltremodo pazzesco che l’amministrazione gaetana continui a parlare esclusivamente con Civitavecchia non coinvolgendo gli altri comuni costieri su temi così importanti”.

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