Metti un’uscita fuori programma in appoggio ad una troupe televisiva, un escavatore che non dovrebbe esserci e un viavai sospetto fuori un campeggio. Ed aggiungi delle fasce frangiflutti comparse dal nulla.
Ecco tutti gli ingredienti del sequestro avvenuto lo scorso weekend a Fondi da parte della Capitaneria di porto di Gaeta, con i sigilli apposti su sei “pennelli” abusivi che, dalla sottile lingua di sabbia rimasta dinanzi il camping “Settebello”, si estendevano in mare per qualche decina di metri.
Il prologo della vicenda si è avuto nella seconda metà dello scorso mese di ottobre, in concomitanza con la preparazione di un servizio sull’erosione delle coste laziali targato “Alle falde del Kilimangiaro”. Un report incentrato sulla situazione del sud pontino, poi trasmesso il 21 ottobre su Raitre.
Gli uomini della Capitaneria stavano accompagnando l’inviato del programma di Licia Colò in un’escursione quando, ad un tratto, hanno notato alcuni movimenti quantomeno sospetti. Cosa? Una ruspa Hyundai che prelevava della sabbia dal quel poco di spiaggia rimasta di fronte il villaggio turistico fondano, per poi rientrarvi. E non uscirvi più una volta che coloro che si trovavano al lavoro si erano resi conto della presenza della telecamera.
Buona parte delle sequenze è poi andata in onda. Cioè che non è stato trasmesso è il seguito, quasi scontato. Gli uomini del comandante Cosimo Nicastro a partire da quel punto hanno voluto vederci chiaro, mettendo a stretto giro di posta in atto tutti gli accertamenti del caso. Da qui, la successiva scoperta della messa in posa di grossi massi e breccia a formare, come argine all’erosione, i sei pennelli frangiflutti realizzati abusivamente accanto a quelli della Regione.
Due, le persone denunciate per i reati di occupazione demaniale abusiva, danneggiamento ambientale, violazioni di norme paesaggistiche e violazione di norme sulla sicurezza della navigazione.
