FORMIA E LAVORO NERO, GIOVANI BAGNINI IN PIAZZA. DODICI ORE AL GIORNO, 700 EURO AL MESE

Foto 4È accaduto ieri a Formia, in serata: prima di poter capire cosa stesse accadendo, i cittadini che in quel momento sostavano in Piazza della Vittoria si sono ritrovati nel mezzo di una “manifestazione-lampo” messa in atto da un nutrito gruppo di giovani con indosso maschere bianche, che ha fatto irruzione nella piazza.

I ragazzi, identificatisi come i militanti della sezione locale del “Fronte della Gioventù Comunista”, hanno rapidamente occupato la piazza “armati” di un megafono e bandiere rosse con la tradizionale falce e martello. Alcuni dei partecipanti al “flash mob” indossavano un cartello sul quale era denunciata la loro condizione lavorativa – “Spiaggino, 18 anni, 12 ore lavorative, 700 euro al mese” si legge su uno di questi -, altri indossavano magliette da bagnino di salvataggio.


Foto 2L’intento del gesto è stato subito reso chiaro dallo striscione srotolato: “costruiamo un fronte dei giovani lavoratori”. Appello ripreso dal giovane con il megafono, che come gli altri ha preferito tenere la mascherina per evitare problemi con i datori di lavoro: La maggior parte dei giovani che lavorano in questa città e in tutto il Golfo lo fa completamente a nero, spesso semplicemente con contratti fasulli. Molti di noi hanno turni di lavoro compresi fra le 10 e le 12 ore giornaliere, e una giornata corrisponde alla paga media di 30 euro al giorno”, ha affermato il ragazzo. Politici e sindacalisti ci hanno ormai tradito, e il loro silenzio di questi anni sulla nostra reale condizione è sintomo di una collusione ormai evidente con questa rete di sfruttamento e favori da parte delle istituzioni“.

Per questo riteniamo ormai necessario essere protagonisti delle nostre lotte, piuttosto che chiedere a qualcuno di rappresentarci. La costruzione di un comitato di lotta dei giovani lavoratori del Golfo è il primo passo che faremo. Oggi avete avuto un assaggio, quando torneremo in questa piazza saremo più forti e più organizzati perché siamo determinati a conquistare i diritti che ci spettano“.