FORMIA, LE ACCUSE NELLA RELAZIONE DEGLI ISPETTORI MINISTERIALI SULLE STABILIZZAZIONI DEL 2008

*Il palazzo della Ragioneria Generale*
*Il palazzo della Ragioneria Generale*

Ora si attende di capire quali effetti produrrà la durissima relazione della Ragioneria dello Stato contro le operazioni di stabilizzazione della passata giunta Bartolomeo a Formia. In realtà la relazione è dell’ottobre del 2008, o meglio solo allora fu consegnata al Comune di Formia dopo un’ispezione e sino a oggi è rimasta chiusa nei cassetti se non fosse stato per un vigile urbano che si è rivolto direttamente alla Prefettura per ottenere il documento nei propri interessi.

Ma come detto i passaggi sono durissimi come quando in relazione a una constatazione di legittimità su una procedura di mobilità gli ispettori ricordano come “la percentuale di posti vacanti da ricoprire mediante concorso pubblico risultava essere pari al 2,74 percento in evidente violazione dei principi costituzionali“. Sempre durissimi quando nel ricordare “un percorso di illegalità consolidato” di quella amministrazione come delle precedenti, sottolineano i contrasti normativi della delibera di giunta numero 396 sul piano triennale del fabbisogno dell’organico dove “le basi di tale palese violazione delle norme in materia di accesso al lavoro pubblico sono nella delibera di giunta 42 del 16 febbraio del 2007 dove si legge ‘volontà di questa amministrazione a conferma di una linea storicamente sostenuta e dimostrata, procedere, anche in questa occasione ad esperire ogni possibilità normativa, tecnica e legale per venire incontro alle necessità di stabilizzazione e di riduzione ed eliminazione del precariato sotto ogni forma’”.


E quella illegalità consolidata citata dal Ministero delle Finanze emerge anche da un altro passaggio nella delibera di giunta 42, quella in cui si legge: “… la storia stessa di questa amministrazione parla di pratiche che hanno prodotto stabilizzazioni di numerosi lavoratori sia attraverso assunzioni presso il Comune di Formia, sia attraverso l’assunzione presso società controllate e partecipate“.

Ma quali le conseguenze di questi comportamenti si chiedono a un certo punto gli ispettori dopo già ben 65 pagine di relazione. Anzitutto le stabilizzazioni per 31 sono avvenute senza una previsione di fabbisogno, poi approvato contrariamente a quanto andava fatto solo successivamente alle stabilizzazioni. Prima hanno assunto eppoi si è visto se c’è n’era bisogno. Per 18 di loro mancano assolutamente tutti i requisiti richiesti dalla legge Finanziaria 296 in materia di stabilizzazioni.

Ma la stranezza riguarda come pur in questa posizione, anche i 18 vanno a fare la parte del leone dinanzi al Comune quando si tratta di rivendicare la stabilizzazione di fronte al tavolo di conciliazione. In sostanza pur essendo precari contestano di essere stati utilizzati, con un escamotage, come a tempo determinato e chiedendo le differenze retributive, la trasformazione del rapporto e il risarcimento danni. E il Comune coi suoi dirigenti e con l’approvazione della giunta riconosceva il tempo determinato.

Per questo motivo si creano i presupposti per accontentare tutti con una stabilizzazione. Quindi senza requisiti, senza piano del fabbisogno, contro le regolari procedure concorsuali, sfornado il patto di stabilità, con assunzioni postdatate si procede. E ancor più grave, in definitiva, sembra allora l’affermazione della relazione nella quale si legge: “Non può essere rilevato alcun interesse in capo all’amministrazione volto a concedere il riconoscimento del rapporto di lavoro al fine di evitare, sulla base dell’accordo transattivo, il risarcimento del danno”.

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