FORMIA, IL PD ALLA RESA DEI CONTI IN VISTA DELLE PRIMARIE DI MARZO

*I candidati alle primarie del Pd: da sinistra
*I candidati alle primarie del Pd: da sinistra Erminia Cicione, Sandro Bartolomeo, Maria Rita Manzo, Ernesto Schiano*

È scontro tra generazioni nel Pd di Formia. Hanno scelto di chiedere un confronto tra i candidati delle primarie del centrosinistra per aprire una breccia all’interno del Partito democratico formiano.

Una spaccatura all’insegna di un rinnovamento per troppo tempo tenuto sotto controllo. Sono i più giovani del partito, che hanno incassato un buon seguito anche tra i meno giovani, che nell’assemblea di direttivo cittadino di lunedì sera hanno alzato la testa.


Vogliono evitare di ricadere nelle logiche delle conte interne tralasciando i contenuti e soprattutto il rinnovamento. Certamente i risultati delle elezioni nazionali hanno lanciato un campanello di allarme. E allora le proposte sono state formalizzate con la lettura di un documento riportato di seguito.

IL DOCUMENTO

“Venite e cambiateci, ora!”

Porsi al servizio della società. E’ questo in ultima analisi l’obiettivo della Politica. E questo dovremmo perseguire nella nostra attività. Lo abbiamo fatto, lo stiamo facendo? Prima di azzardare una risposta è opportuno considerare i risultati elettorali. In primis quelli su scala nazionale. Gli ampi margini accreditati alla coalizione di centrosinistra si sono rilevati inesistenti. La segreteria nazionale ha condotto una campagna elettorale di “contenimento”. Bersani si è dimostrato uomo leale e reale, ma limitarsi ad amministrare un presunto vantaggio ha evidenziato la vacuità di tale strategia, specie se si considera che parte consistente dell’elettorato ha maturato la propria decisione nelle ultime ore. Su scala regionale, invece, se il profilo di Nicola Zingaretti non ha creato alcuna sorpresa, qualche perplessità destano le adesioni ottenute su scala locale. Il Pdl ottiene più voti. A Formia siamo il secondo partito. A poco può consolare la circostanza secondo la quale si esprime fiducia nei confronti del partito, a fronte di un margine ristretto ottenuto dai nostri candidati. Anzi ciò è tanto più grave in quanto l’elettorato del nostro territorio non si è riconosciuto nelle scelte operate dal partito provinciale. Il deficit di rappresentatività si è palesato nel consenso dato al partito senza la contestuale indicazione di preferenza. E non è solo una tendenza dettata dalla filosofia del “porcellum”. Infatti nel campo avverso tale contestualità si è palesata con più ampio margine. Ebbene, queste riflessioni conducono evidentemente a un’unica considerazione: non siamo stati avvertiti come forza di cambiamento. Gli elettori non ci hanno accreditato la patente di rappresentatività. A fronte di questa analisi quali opzioni mettiamo in campo? E’ necessario un cambio di rotta.

Ridestare la passione per la politica: ripartiamo dalle Primarie

Con straordinario anticipo avevamo individuato nelle primarie per la scelta del candidato sindaco uno strumento per ridestare passione e interesse in città. Le alterne vicende di questi mesi, invece, hanno creato qualche perplessità nella cittadinanza, offrendo un valido argomento di polemica agli avversari già in campo. Questo percorso che doveva divenire un’opportunità di confronto tra i diversi candidati sulle questioni, sul tema del coinvolgimento della cittadinanza e le scelte costituenti da operare, ha tradito le aspettative. Dobbiamo correre al riparto.

Ragionare sul futuro della città, ora e non domani

E invece le primarie rischiano di trasformarsi in una resa di conti tra opposte correnti e in un ragionamento tutto interno alla coalizione. Tutto questo non interessa, non affascina, al contrario contribuisce a rafforzare il pregiudizio che non siamo in grado di sdoganare. Stiamo correndo il rischio di compromettere quanto di buono fatto fino ad oggi, con tentativi di ridurre la partecipazione cittadina e di ricondurre il percorso ad una logica di contrapposizione tra i candidati nella quale non si affrontano le questioni della quotidianità. Ancora oggi non ci è dato sapere quali siano i programmi dei candidati e quali le risposte ai temi fondamentali. Cosa diciamo sullo sviluppo della città, viabilità, sanità, futuro dei giovani? Abbiamo già visto dove ci ha condotto questo spirito di conservazione che ha impedito un cambiamento fondato su persone e temi. E’ giunto il momento di dare vita con forza ad un’urgente inversione di marcia. Dagli organi direttivi pretendiamo che sappiano svolgere la propria funzione di indirizzo in uno spirito di garanzia ed equidistanza tra i diversi candidati e, quindi, di pari tutela delle loro istanze. Dobbiamo favorire in tutti i modi un dibattito reale sui programmi abbandonando strumentali logiche di contrapposizione condite spesso da insinuazioni. Solo in questo modo il Partito Democratico potrà divenire realmente forza di cambiamento. Se non saremo in grado di cogliere queste necessità non saremo neanche capaci di costruire, non solo un’alternativa di governo cittadino, ma anche una “casa” che possa accogliere la ritrovata voglia di contare dei singoli cittadini e militanti.
Se non siamo consapevoli della potenzialità dell’occasione a cui abbiamo dato vita, saremo destinati ad un misero fallimento.

Per questo oggi chiediamo di:
Ampliare la partecipazione attraverso una massiccia pubblicizzazione dell’evento primarie sui mezzi di comunicazione
Dare vita ad un dibattito pubblico tra i candidati
Formalizzare i seggi e darne ampia diffusione

Ora metodo, contenuti e idee

La città abbisogna di metodo, contenuti e idee. Questo dovranno essere le Primarie del prossimo 17 e 24 marzo. Solo così avremo onorato l’obiettivo cui poc’anzi accennavamo. Se, invece, saranno conta interna o semplice fase congressuale, continueremo a rafforzare il pregiudizio che si è fatto palese in queste elezioni. Abbiamo appena 15 giorni per dare concretezza alla filosofia di Enrico Berlinguer del “Venite e cambiateci”. Se ogni articolazione del nostro partito potesse comprenderne la potenzialità, ora saremmo forza di governo. A Formia possiamo diventarlo, dipenderà dalla capacità di anteporre passione ad interesse, rispetto a diffidenza, il noi all’io. Se sapremo farlo, sarà Formia ad avvantaggiarsene.