COLDIRETTI LATINA: IN MASSA A DIFENDERE I PRODOTTI LOCALI

In massa gli agricoltori della Coldiretti della provincia di Latina, con a capo il direttore Saverio Viola ed il presidente Carlo Crocetti, hanno preso parte alla manifestazione indetta da Coldiretti a Roma per difendere il Made in Italy. Tra gli oltre 350 comuni presenti anche 6 sindaci di alcuni dei comuni della provincia pontina con moltissimi amministratori che hanno dato man forte alla iniziativa contro le falsificazioni del Made in Italy.
Manifestanti con cappelli, bandiere e foular della Coldiretti hanno issato cartelli “Con i soldi dello Stato si licenza in Italia e si assume in Romania”, con “l’Imu gli italiani finanziano il pecorino rumeno” ma anche “No agli Ogm che uccidono il Made in Italy” per esprimere della contrarietà della piazza le dichiarazioni del Ministro dell’Ambiente Corrado Clini ritenute in contrasto con l’opinione della maggioranza degli italiani e un danno per l’agroalimentare italiano.
“Per l’occasione – ha detto Saverio Viola –  la Caciotta e il Pecorino prodotti completamente in Romania da una società partecipata dello Stato italiano sono stati portati per la prima volta dal presidente della Coldiretti Sergio Marini in piazza “in bella vista” a disposizione delle Autorità e dei cittadini. Un esempio eclatante in cui lo Stato favorisce la delocalizzazione e fa concorrenza agli italiani sfruttando il valore evocativo del marchio Made in Italy che è il principale patrimonio del Paese ma è spesso banalizzato, usurpato, contraffatto e sfruttato. Il Pecorino e la Caciotta – spiega il presidente Crocetti – sono alcuni dei prodotti realizzati in Romania da Lactitalia Srl con latte rumeno ma commercializzati con nomi e immagini che evocano e sfruttano l’italianità. Lactitalia è una società partecipata dalla Simest, società per azioni controllata dal Ministero dello Sviluppo Economico. Le delibere sono state adottate su tutto il territorio pontino dai Comuni e dalla Provincia di Latina al fine di intraprendere iniziative per impedire l’uso improprio di risorse pubbliche per la commercializzazione sui mercati esteri di prodotti di imitazione Italian sounding, a favore, invece, della promozione dell’autentico Made in Italy”.