FONDI: IL REPORT DALL’ULTIMO CONSIGLIO COMUNALE

L’approvazione del verbale del Consiglio comunale del 21 novembre scorso, rinviato per mancata ultimazione dell’iter burocratico, e la lettura ed approvazione dei verbali della seduta del 29 novembre hanno aperto ieri, martedì 19 dicembre, la Seduta Pubblica Straordinaria del Consiglio comunale.

In seguito sono stati approvati i punti 2 e 3, riguardanti rispettivamente un progetto di ampliamento del complesso produttivo artigianale della Ditta I.C.O.E.L. s.r.l. in variante al P.R.G. e il Piano di Utilizzo Aziendale della Società Agricola Opera Omnia s.r.l.


Riguardo al primo punto, nella sua introduzione il presidente della Commissione Urbanistica Giulio Cesare Di Manno ha specificato che il Consiglio comunale era chiamato ad una presa d’atto di una definitiva approvazione di variante urbanistica da parte della Regione Lazio e che, una volta approvata, la richiesta di ampliamento dell’impianto produttivo in oggetto avrà un impatto significativo sull’economia del territorio. Il consigliere Bruno Fiore ha elogiato il provvedimento, a favore di “una ditta che ha la forza e il coraggio di ampliare la propria attività in un periodo di crisi economica”. Sulla stessa linea anche i consiglieri Claudio Padula e Vincenzo Trani, mentre Giorgio Fiore ha esortato l’Amministrazione a dare pronta risposta a chi la attende, avendo formulato domanda PUA. Nel suo intervento, il sindaco Salvatore De Meo ha precisato che l’insediamento in corso di approvazione insiste in parte su area artigianale e in parte su area agricola e che, contrariamente a quanto affermato dal Giorgio Fiore, al SUAP sono finora pervenute solo 2 pratiche, tra cui quella in corso di approvazione.

“Nello spirito di questa normativa nazionale – ha aggiunto De Meo – siamo disponibili ad approvazioni in deroga in caso di domande motivate, che comprovano il coraggio di alcuni imprenditori ad investire in un momento per nulla facile”. Il punto è stato approvato all’unanimità.

Il punto successivo è stato nuovamente illustrato dal presidente Giulio Cesare Di Manno, affermando che il Consiglio prende atto della richiesta della società e che l’approvazione determinerà un incremento dell’attività agricola allo scopo di favorire lo sviluppo della stessa. Il consigliere Enzo Trani ha poi dichiarato il suo voto contrario per presunte illegalità presenti nella pratica, mentre Bruno Fiore ha espresso perplessità riguardo all’approvazione, pertanto annunciando la propria astensione. Contrari si sono dichiarati Claudio Padula ed Arnaldo Faiola. Il Sindaco ha preso infine la parola per precisare che sono stati già analizzati altri Piani di Utilizzo Aziendale ed accolte le istanze di altre realtà imprenditoriali che hanno così potuto ampliare i propri opifici.

“Ai rilievi sollevati in sede di Commissione – ha aggiunto – sono state date risposte adeguate, punto per punto”, concludendo con la precisazione che trattasi di strumenti distinti che non si possono configurare come variante di permesso a costruire e che la Regione Lazio è comunque il soggetto finale deputato alla convalida dell’iter procedurale. Questo l’esito del voto: 19 favorevoli, 5 contrari, 2 astenuti (Bruno Fiore e Franco Cardinale).

Il punto 4 all’OdG ha ovviamente occupato gran parte della discussione della massima assise cittadina, trattandosi di discutere ed eventualmente approvare le linee di indirizzo in materia di definizione e gestione dei terreni gravati da uso civico. Nella sua lunga premessa introduttiva, l’assessore agli Usi civici Piergiorgio Conti ha innanzitutto precisato che nel programma elettorale delle forze politiche che compongono l’attuale maggioranza la risoluzione dell’annosa problematica degli usi civici aveva un rilievo prioritario, e che l’Amministrazione comunale dopo appena 18 mesi di governo della città intende contribuire a risolvere una volta per tutte questo problema, su cui si sono confrontate in precedenza tutte le amministrazioni, anche se “solo da un decennio a questa parte si è cercato veramente di intervenire in maniera risolutiva. Abbiamo tentato di dare alla materia una chiave di lettura aggiornata, ma sempre in armonia con il dettato normativo nazionale e regionale che la disciplina, ben sapendo che come amministratori pubblici abbiamo il dovere istituzionale di perseguire il pubblico interesse, ovvero di garantire all’intera popolazione di Fondi una definizione della vicenda che abbia come scopo finale quello di prevedere e rendere possibile nella fascia a mare una corretta fruizione della costa, oggi impedita dalle numerose realtà urbane sorte in modo più o meno spontaneo e che di fatto non hanno consentito a molte amministrazioni di programmare correttamente ed unitariamente il territorio”. Conti ha infine affermato che l’atto di indirizzo licenziato dalla Commissione Urbanistica – Usi civici e portato in discussione in Consiglio comunale è “un atto di programmazione del territorio che propone soluzioni progettuali che tengono conto in particolare della salvaguardia della duna, ovvero della fascia dei 300 metri partendo dalla costa; salvaguardia intesa non solo come rispetto profondo per la natura ma come fruizione progettata e controllata capace di apportare sviluppo turistico ed economico per la città, prevedendo destinazioni alberghiere e di servizi, piste ciclabili, parchi, zone attrezzate”. L’Assessore ha in seguito illustrato la questione degli usi civici da un punto di vista storico, ripercorrendo anche i vari stadi legislativi succedutisi nel tempo, per poi concludere: “Si tratta di risolvere un problema atavico, considerata tra l’altro anche l’attuale fase di grave congiuntura economico-finanziaria, tale da permettere al Comune di recuperare importanti entrate da impiegare per la realizzazione di servizi e infrastrutture necessarie per lo sviluppo della città e, al contempo, di regolarizzare le varie posizioni, coniugando altresì le aspettative di tutti i cittadini”. Conti ha infine dato lettura dell’atto d’indirizzo, composto da cinque punti così sintetizzabili: procedere alla “definizione degli usi civici con l’applicazione degli istituti riconosciuti dalla normativa vigente in materia e, ove possibile, procedere alla concessione temporanea d’uso dei terreni, previa determinazione del relativo canone a cura del perito demaniale”; richiedere ai competenti uffici della Regione Lazio una rimodulazione della classificazione prevista dal cosiddetto Decreto Schietroma nel 1967 “per tutti i terreni oltre il limite dei 300 metri dalla linea di battigia marina, al fine di perseguire una corretta e più razionale utilizzazione dei terreni del demanio civico affinché, ripresa l’originaria destinazione agricola, si possa prevedere, ove ne ricorrano i requisiti richiesti dalla normativa vigente, alle legittimazioni ed alle alienazioni – in armonia con le previsioni di programmazione territoriale e con le normative di carattere urbanistico e di tutela del territorio”; prendere atto dei criteri estimativi elaborati dal Perito demaniale Ing. Cavone per la redazione delle proposte di legittimazione; salvaguardare la fascia dei 300 metri dalla battigia al fine di procedere ad una ricognizione delle aree medesime e “provvedere alla programmazione di interventi finalizzati ad una migliore, funzionale ed ottimale fruizione pubblica della fascia costiera”; “dare mandato agli Uffici di procedere alla regolarizzazione dei rapporti con gli occupatori, nell’ambito degli istituti riconosciuti dalla normativa vigente in materia di usi civici”, anche nella fascia dei 300 metri “limitatamente alle aree inserite nella proposta di perimetrazione adottata dalla Legge regionale 59/85, nonché in quelle su cui insistono attività produttive consolidate che contribuiscono allo sviluppo turistico del territorio”.

In seguito ha preso vita il dibattito, aperto dall’intervento di Bruno Fiore, il quale ha chiesto di aumentare, anziché diminuire, le aliquote poiché la riduzione delle stesse causerebbe una perdita di entrate per le casse comunali superiore, a suo dire, ad oltre 2.000.000 di euro a tutto vantaggio di pochi occupatori “sine titulo”. Fiore ha invitato inoltre alla reintegra dei terreni non legittimati e non legittimabili oltre che di quelli non alienati e non alienabili, chiedendo alla maggioranza di precisare il criterio di riduzione dell’area di 90 ettari prevista dal decreto Schietroma a circa la metà e annunciando che, se sussisteranno le condizioni, potrebbe sottoporre l’atto di indirizzo all’attenzione della Corte dei Conti. Nel suo intervento, Giorgio Fiore ha definito l’atto d’indirizzo proposto dalla maggioranza una sorta di rigetto totale della politica attuata negli ultimi anni dal centrodestra cittadino sull’uso civico, ricordando il grande impegno per il progetto della Marina di Fondi. Il Consigliere di Progetto Fondi, nel chiedere inoltre la restituzione delle somme a chi ha in precedenza pagato l’occupazione indebita dei terreni gravati da uso civico, ha dichiarato che non avrebbe preso parte alla votazione per incompatibilità familiari, invitando infine a richiedere una perizia all’Ufficio Tecnico Erariale sui criteri di valutazione applicati dall’Ing. Cavone, evidentemente non essendo a conoscenza che in ciò l’UTE non ha attualmente alcuna competenza.

Maria Civita Paparello ha lamentato la mancanza di una rappresentanza della minoranza consiliare in sede di Tavolo tecnico regionale, presentando due emendamenti all’atto d’indirizzo, non accolti in sede di votazione. Si sono poi succeduti gli interventi di numerosi consiglieri, tra cui Giulio Cesare Di Manno – che ha specificato come l’approvazione dell’atto di indirizzo sia quanto mai opportuna per la definizione di una problematica annosa e sintomatica di uno sguardo amministrativo rivolto al futuro –, Claudio Padula – con un contribuito molto articolato, nel quale ha evidenziato gli elementi positivi contenuti nella bozza d’indirizzo, seppur con la richiesta di alcune modifiche – e Sergio Gentile. Il Capogruppo di Io Sì ha sottolineato l’impegno concreto dell’attuale Amministrazione e del Sindaco per la risoluzione dell’uso civico, confidando sul fatto che i cittadini riusciranno a comprenderne l’importanza.

Nel suo lungo ed articolato intervento conclusivo il Sindaco non ha potuto non rilevare la disomogeneità e le contraddittorietà delle affermazioni dei Consiglieri di minoranza in sede di discussione del punto all’OdG, operando una serie di puntualizzazioni. Precisando, ad esempio, che per il suo operato il Perito demaniale risponde direttamente alla Regione Lazio e che la questione dell’uso civico è stata affrontata con grande senso di responsabilità dall’attuale Amministrazione comunale, soprattutto nel rispetto di chi da troppi decenni attende risposte nel merito.

“La stragrande maggioranza dei residenti nella zona della Selva – ha precisato De Meo – si trova a monte della Flacca, su terreni con destinazione urbanistica classificata come comparti di espansione, ovvero con previsione urbanistica suscettibile di edificazione. Chi possiede terreni all’interno di questi comparti ai fini agricoli non potrà mai vedersi riconosciuta la legittimazione, per una normativa chiara che non prevede l’applicazione dell’istituto della legittimazione lì dove c’è una destinazione urbanistica non compatibile con i fini agricoli. Inoltre, per coloro i quali si trovano ad aver occupato quei terreni ai fini abitativi, le stime peritali non possono non tener conto che si tratta di terreni edificabili, ed è il motivo per cui il valore di stima è soggetto ad aumento. Sebbene una serie di proposte di alienazione sia stata deliberate, gran parte di queste in seguito alla deliberazione del Consiglio comunale non ha avuto un prosieguo; di conseguenza è stato messo in campo un provvedimento che non ha generato un risultato a favore del singolo interessato o della collettività, ma è risultato incompleto. All’atto della definizione del contratto ci si è resi conto dell’ammontare della somma che quei cittadini avrebbe dovuto versare, nonostante la rateizzazione in cinque annualità. Nell’impostazione di quest’atto di indirizzo abbiamo voluto tenere conto di tutta una serie di esigenze, di coloro che insistono sul versante nella fascia a mare ma anche sulla fascia opposta, con l’istituto della concessione in uso”.

De Meo ha poi confutato l’affermazione di Bruno Fiore in merito ad eventuali minori entrate per il Comune, respingendo l’idea di procedere alla risoluzione dell’uso civico solo per far cassa a discapito dei cittadini: “L’ipotesi di arrivare all’applicazione di una riduzione sul prezzo delle alienazioni è confortata da una legge che lo consente, e in ciò non si prefigura alcun danno erariale. L’atto di indirizzo non rappresenta certo la soluzione definitiva a tutte le problematiche, ma introduce senza dubbio delle novità e darà certamente impulso ad una tematica che merita di saper essere letta alla luce di tutto ciò che è maturato nel corso di questi decenni e delle esperienze pregresse a livello amministrativo”.

Il Sindaco ha poi contestato la dichiarazione di Giorgio Fiore relativa ad una presunta discontinuità della politica amministrativa, sostenendo che il progetto della Marina di Fondi è tuttora importante ed ambizioso, ed ha contribuito a rendere ancor più l’idea delle potenzialità del nostro territorio. Esso prevedeva altresì “la totale demolizione di tutto ciò che insiste nella fascia compresa tra la Flacca e la linea della battigia al fine di realizzare strutture a beneficio della collettività e determinare le aree per la realizzazione di strutture turistico-ricettive”. In conclusione il Sindaco ha sottolineato come una rimodulazione delle classificazioni potrà risultare compatibile con le esigenze della collettività, dando la possibilità a chi ne ha i requisiti di procedere ad alienazioni e legittimazioni, tenendo contemporaneamente la barra ferma sulla fascia dei 300 metri, che corrisponde a quella individuata nelle norme di salvaguardia delle coste e riportata nel Piano Territoriale Paesistico recentemente adottato dalla Regione Lazio; “una fascia sulla quale si continua a mantenere ferma la salvaguardia, in quanto meritevole di interesse pubblico, e per la quale riteniamo ci debba essere una ricognizione puntuale per arrivare ad una programmazione di dettaglio per interventi di pubblica utilità necessari ad una migliore fruizione della fascia costiera”.

La votazione sull’atto di indirizzo ha raccolto 18 voti favorevoli, 3 contrari ed 1 astensione.

I punti successivi – l’approvazione del Regolamento per il funzionamento della Commissione Comunale di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo ed il Censimento e rilievo dei complessi turistici-ricettivi all’aria aperta – sono stati approvati all’unanimità.