CADE DAL TETTO DELLA FABBRICA E MUORE, INCIDENTE SUL LAVORO A LATINA

AGGIORNAMENTO – Incidente sul lavoro questa mattina a Latina. E’ accaduto intorno alle 9 in una fabbrica sita sulla Pontina. Un lavoratore, Ionut Mihalache, 27enne romeno residente a Sezze, mentre era intento a lavorare con lo zio e altri colleghi sul tetto della “De Massimi Costruzioni meccaniche” di Borgo Isonzo, per cause ancora sconosciute è caduto da un’altezza di circa sei metri. L’impatto è stato violento, l’operaio è morto sul colpo. Eseguiva lavori di ristrutturazione ad alcuni uffici. Sull’accaduto stanno indagando le forze dell’ordine.
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COMUNICATO DI FILLEA CGIL


In riferimento alla morte del lavoratore edile Ionut Mihalache, deceduto il 6 giugno a causa di un incidente sul lavoro in Latina in un’azienda metalmeccanica, il segretario Ezio Giorgi della Fillea-CGIL della provincia di Latina ha dichiarato: “La costante violazione della normativa sulla sicurezza, non solo delle aziende in cui il lavoratore presta la sua opera, ma anche delle aziende committenti in cui si svolgono i lavori, è una delle cause principali di incidenti mortali in edilizia. L’art. 90 del Testo unico sulla sicurezza delinea in maniera chiara e inequivocabile i ruoli e gli obblighi del committente rispetto alle imprese affidatarie e subappaltatrici. Se solo si rispettasse tale normativa molti degli incidenti, di cui alcuni mortali, potrebbero essere prevenuti ed evitati. Vi è quindi – dichiara Ezio Giorgi – una chiara responsabilità morale da parte delle aziende committenti che, pur di risparmiare, cercano di evitare l’applicazione della normativa. Sarà compito dell’Autorità giudiziaria individuare altri tipi di responsabilità”. “Inoltre – continua Giorgi – nonostante vi sia un testo di Protocollo sulla sicurezza a livello provinciale licenziato già dal gennaio scorso dal tavolo tecnico costituito in Prefettura, e inviato al Ministero degli Interni, a tutt’oggi, dopo quasi cinque mesi, non si convoca la Conferenza provinciale permanente in Prefettura per la firma del Protocollo stesso e l’avvio operativo di quanto in esso previsto. Non è possibile – conclude Giorgi – che dopo un anno e mezzo dall’avvio del lavoro sul Protocollo e cinque mesi dalla sua definitiva stesura, nessuno si prenda la responsabilità di rendere operativo tale strumento. E intanto i lavoratori continuano a morire!”