Un altro studio allarmante su innalzamento mari: Fondi vittima secondo Enea

Il lungomare di Fondi

Puntuale come un orologio svizzero, arriva anche quest’anno l’ennesimo studio che lancia l’allarme sull’innalzamento dei mari. L’ultimo, solo in ordine cronologico, porta la firma di ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile). Nei giorni scorsi, proprio nella capitale, gli studiosi dell’Agenzia, hanno spiegato come i dati sono allarmanti e che malgrado il Mediterraneo sembrava potesse “reggere” il colpo rispetto agli oceani, così non è e l’innalzamento dei mari continua ad essere una gran bella gatta da pelare nei prossimi secoli.

Secondo Enea, entro il 2100 – parliamo tra appena un’ottantina d’anni – diverse aree italiane potrebbero essere completamente erose dalle acque del Mediterraneo. Tra queste – ma non è cosa nuova – viene annoverata la costa di Fondi.


La questione è datata, ormai, sul sito web di Enea, tra i vari articoli e reportage, già un pezzo datato marzo 2017 parla delle aree così dette “vulnerabili”, come ad esempio la “Piana Pontina e di Fondi”.

33 aree sensibili appena sedici mesi addietro, che diventano quaranta grazie all’inserimento di altre aree tra quelle a rischio fortissima erosione, che nel giro di un secolo potrebbe trasformare e addirittura nel ridisegnare geograficamente – e non solo –  interi tratti di costa della nostra penisola.

E il bello – se così si può dire – è che malgrado ora se ne inizi a parlare sul serio, si faticano a trovare soluzioni a riguardo. Eppure, anche se rimangono “aree sensibili” o “a rischio”, perché la certezza non può averla nessuno, questo non è neppure tra gli studi più preoccupanti. Basti ricordare il progetto “Flood Maps” e i grafici allarmanti con un innalzamento previsto di soli 3 metri. Perché se è vero che “il  Mediterraneo si è innalzato di circa 30 cm negli ultimi 1.000 anni” come ci ricordano da Enea, è altrettanto vero che le stime meno preoccupanti parlando di un possibile innalzamento appena al di sotto di un metro entro la fine del secolo. Ma sono dati orientativi, visto il continuo e inesorabile riscaldamento globale.

Nel frattempo la costa pontina, fa i conti tutti gli anni con un’erosione che ormai è sotto gli occhi di tutti, con il mare che si mangia letteralmente pezzi e centimetri di spiaggia ogni anno. Ma per ora se ne parla a Roma, quando forse sarebbe il caso che se ne iniziasse a parlare anche a livello locale, perché in fondo – qualora qualcuno di questi studi avesse ragione – non ci vuole poi così tanto ad arrivare a fine secolo.