La Corte dei Conti condanna 4 manager a risarcire 9 milioni di euro alla Croce rossa

La gestione del servizio 118 in provincia di Latina, o meglio l’appalto per le ambulanze, tra il 2006 e il 2011 sarebbe finito per provocare un danno enorme al bilancio dello Stato. E tutto per la convenzione siglata dall’Ares e dalla Croce Rossa, in cui sarebbero stati sottostimati i costi che per svolgere l’attività doveva affrontare la Cri pontina, tanto che non sarebbe riuscita neppure a pagare oneri previdenziali e assistenziali al personale. Senza contare le molte assunzioni, fatte anche in violazione di legge.

Con queste convinzioni la Corte dei Conti del Lazio ha condannato quattro manager a risarcire quasi nove milioni di euro alla Croce Rossa.


Nello specifico, l’ex direttore generale della Cri, Tommaso Longhi, e l’allora direttore generale dell’Ares, Vitaliano De Salazar, sono stati condannati a risarcire 2.777.912 euro a testa, e i loro successori, il direttore Cri Carlo Monti e la manager Ares Marinella D’Innocenzo, a risarcire 1.533.312 euro a testa.