Un blocco che sta creando crescente apprensione. Quello degli stipendi di dicembre dei circa 700 lavoratori dell’Icot di Latina, struttura appartenente al gruppo Giomi. Una questione che ruota attorno a ben tredici milioni di euro di fatture che l’Asl pontina non ha ancora pagato all’Icot per degli approfondimenti contabili, portando a un braccio di ferro che ha visto il gruppo Giomi diffidare l’Azienda sanitaria. Ed intanto i lavoratori restano in un limbo.
Nel chiedere l’immediato pagamento delle spettanze “per consentire ai dipendenti di far fronte alle svariate necessità ed esigenze degli stessi e delle rispettive famiglie”, Fp-Cgil, Cisp-Fp e Uil-Fpl hanno anticipato che in mancanza di riscontro saranno costretti “ad indire uno stato di agitazione per la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori”.
Sulla vicenda è intervenuto anche il sindacato Confail: “Al di la delle responsabilità dirette delle aziende coinvolte, che sono importanti e decisive, va sottolineato che ha pagare sono esclusivamente i più deboli”, dice la segreteria provinciale. “Ovvero chi presta la loro opera come salariati e tutti coloro che afferiscono al servizio sanitario perché bisognosi e bisognose di cure , di esami diagnostici, di riabilitazioni, di diagnosi e di assistenza medica in generale. E’ inaccettabile che per questioni tra potentati di vario genere, tra istituzioni di alto livello e aziende private di spessore nazionale, sia utilizzata la precarietà umana come terreno di scontro. La precarietà di chi ha necessità dello stipendio ogni mese per ottemperare ai suoi obblighi familiari e di cittadinanza e la precarietà di chi si rivolge al servizio sanitario. La necessità di una sanità all’altezza degli aumentati bisogni della popolazione nazionale è questione di primaria importanza ed è argomento che interessa direttamente ogni persona, ognuno di noi senza esclusione, deve essere affrontata anche nella considerazione di questa prospettiva. Pertanto, insieme alla solidarietà verso i lavoratori e verso tutte le persone che necessitano di vedere accolta la loro domanda di buona sanità, denunciamo che non è tollerabile questo scontro sulle spalle delle persone in difficoltà ed in condizione di minorata difesa. Siamo pronti ad offrire il nostro contributo attivo, la difesa dei diritti degli ultimi è al primo posto nelle nostre priorità”.