Rapina in banca, dopo 23 anni la condanna definitiva

A distanza di 23 anni dalla rapina da mezzo miliardo di lire messa a segno a Ponza, al Monte dei Paschi di Siena, è arrivata la condanna definitiva a sei anni di reclusione per Alessandro Fragalà.

Quello che due anni fa è stato arrestato con l’accusa di essere al vertice di un clan mafioso che terrorizzava il litorale romano, in particolare Ardea e Pomezia, e che con tale accusa è stato appena condannato dal Tribunale di Velletri a 26 anni e 11 mesi di reclusione, il 17 agosto 1998 fu tra gli autori di un maxi colpo sull’isola lunata.


All’epoca il presunto boss di Torvaianica, dove i Fragalà, originari di Catania, hanno messo radici, aveva 40 anni.

Nella banca di corso Pisacane fecero irruzione due malviventi, armati di taglierini, arraffarono 518 milioni di lire e si diedero alla fuga.

Ad attenderli fuori dall’istituto di credito, con due motorini pronti per scappare, c’era un complice.

Difficile dileguarsi da un’isola, ma i rapinatori entrati in azione a Ponza ci riuscirono.

Analizzando le immagini catturate dalle telecamere di sorveglianza e analizzando alcuni abiti recuperati nella boscaglia, ritenuti essere quelli indossati dai malviventi, i militari dell’Arma risalirono ai presunti autori del colpo e a un uomo che li aveva aiutati a falsificare dei documenti, tutti uomini di Torvaianica, recuperando solo 60 milioni.

Gli autori della rapina vennero identificati in Alberto Vilma e Alessandro Fragalà, Fabrizio Vilma, fratello di Alberto, venne invece inquadrato come il “palo” e Nicola Muzzu come il responsabile dei falsi.

A distanza di dieci anni dal colpo, il Tribunale di Latina condannò a cinque anni e mezzo Fabrizio Vilma e a un anno Muzzu, essendo nel 2001 deceduto Alberto.

La posizione di Fragalà, in quel momento detenuto in Spagna e in attesa dell’estradizione, venne stralciata.

Per lui la condanna il Tribunale di Latina l’ha emessa nel 2014: 6 anni di reclusione.

Una condanna confermata dalla Corte d’Appello di Roma e ora dalla Cassazione, che ha dichiarato il ricorso dell’imputato inammissibile.