Regione Lazio ancora sotto attacco hacker, ma qualcuno insinua dubbi

La notizia dell’attacco informatico al sistema della Regione Lazio ha fatto davvero il giro non solo dei media locali ma anche di quelli nazionali, essendo persino ripreso a livello internazionale.

Ieri mattina si è diffusa anche la notizia, ripresa da alcune agenzie di stampa come Agi di una possibile richiesta di riscatto da parte di un presunto gruppo organizzato di ‘pirati informatici’, e la conseguente risposta a denti stretti del presidente della Regione Nicola Zingaretti che ha sentenziato come “non si tratta con chi ci sta attaccando”, facendo riferimento anche al “terrorismo informatico”.


Ma mentre a livello nazionale la politica ha fatto quadrato attorno a quanto accaduto nel Lazio, con i timori di possibili problemi anche nel sistema di gestione della campagna vaccinale. Ma non è tutto, perché in merito a quanto accaduto, iniziano anche a circolare i primi dubbi.

La prima ipotesi in tal senso, che in realtà non mette in discussione il fatto che si sia trattato di un attacco terroristico, è arrivato nel pomeriggio di ieri dal Clusit, (l’Associazione italiana per la sicurezza informatica) attraverso il proprio presidente Gabriele Faggioli che, secondo quanto riportato dall’Ansa, ipotizza che dietro quanto accaduto non ci siano chissà quali organizzazioni, ma una possibile talpa o comunque qualcuno che conosca bene le vulnerabilità del sistema.

Ancora più netta la posizione di Fabio Ghioni, consulente strategico per diversi organismi governativi e internazionali ed esperto a livello mondiale in sicurezza e tecnologie non convenzionali che ad Adnkronos ipotizza come dietro non ci sia nessun tipo di attacco terroristico, bensì la “disattenzione di un dipendente” che avrebbe involontariamente istallato uno spam o un virus criptando tutto.