Test sierologici in Regione, i dati dopo quasi 20mila test

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Gli asintomatici nel Lazio al 2,17%, lo comunicano il presidente del Lazio Nicola Zingaretti e l’assessore alla sanità Alessio D’Amato, durante la conferenza stampa di questa mattina presso l’istituto Spallanzani di Roma.

Il dato secondo quanto hanno spiegato i vertici regionali, è scaturito dalla prima tranche di test sierologici che si che vedranno coinvolte circa 300mila persone tra personale sanitario e forze dell’ordine. A ridosso dei primi 20mila test (19.414), sono stati riscontrati anticorpi da nuovo coronavirus in 422 soggetti. Trend che, hanno spiegato dalla Regione, è in linea con quanto ci si attendeva (intorno al 3%). I 422 soggetti di cui si parlava precedentemente, come da prassi sono stati sottoposti a tampone che ha dimostrato come 9 di loro erano positivi al Covid-19, ovvero con il virus in corso e asintomatici.


Il presidente Zingaretti ha anche lanciato quelle che ha definito “scelte strategiche” che ha riassunto in cinque pilastri: una sanità nuova di tipo digitale, test sierologici, obbligatorietà del vaccino antinfluenzale per gli over 65, attenzione agli anziani e ai più deboli, investire contro il rischio della povertà educativa.

“Io dico grazie ai cittadini del Lazio – ha spiegato Zingaretti – perché i numeri sono figli delle scelte sanitarie regionali, ma anche dei comportamenti dei cittadini”. Il numero uno della Pisana ha anche parlato degli atteggiamenti da dover tenere in questa fase, considerata “la più delicata” dal presidente della Regione. “Sarebbe importante – ha aggiunto – che in tutti gli uffici (almeno pubblici) vengono istallati dei termoscanner e faccio un appello affinché in tutti i locali al chiuso si misuri la temperatura corporea”. Ma non solo, Zingaretti ha anche precisato: “Uscite di casa tutti, ma usate tutti le mascherine. Adesso dobbiamo considerare come i nuovi cluster pericolosi sono gli ambiti di relazione dentro gli appartamenti e nei rapporti amicali. Teniamo alta la guardia anche in ambiti che forse al momento sono poco discussi, quelli in cui ci sentiamo più sicuri”.

In chiusura anche un cenno al vaccino: “Dovrà essere un bene comune, possibilmente prodotto in Italia e a disposizione di tutti”.