Politica e clan mafiosi, il PD dopo gli arresti: “Occorre proseguire”

Gina Cetrone

A margine dell’operazione scattata questa mattina su input della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, che ha portato agli arresti dell’ex consigliera regionale di centrodestra Gina Cetrone, del marito e di alcuni esponenti di rilievo del clan Ciarelli-Di Silvio, interviene il Partito Democratico.  

“Abbiamo appreso dai mezzi di informazione dei provvedimenti di custodia cautelare nei confronti di una ex consigliere regionale del centrodestra e oggi nel movimento che fa riferimento al Presidente Toti. Con lei sono stati raggiunti anche esponenti del clan Di Silvio. Tutti con accuse molto pesanti e con l’aggravante del metodo mafioso. Occorre proseguire nell’azione di messa in luce dei rapporti tra criminalità organizzata ed esponenti della politica e delle istituzioni”, dicono in una nota congiunta il senatore Bruno Astorre, segretario regionale per il Lazio, Claudio Moscardelli, segretario per la provincia di Latina, Enrico Forte e Salvatore La Penna, consiglieri regionali.  


“Abbiamo espresso apprezzamento per la decisione della Commissione Antimafia di svolgere una nuova missione a Latina, così come ha dichiarato il presidente Morra. La decisione di impegnare nuovamente la Commissione Antimafia ha riacceso i riflettori su Latina ed è essenziale il suo ruolo per mettere in rilievo la pericolosità dei clan, i loro legami politici e la capacità di incidenza e di condizionamento sulla comunità locale.

Ringraziamo il nostro capogruppo Franco Mirabelli per aver sostenuto la richiesta che abbiamo avanzato di sensibilizzare la Commissione per la situazione dei clan a Latina e per i legami con la politica come affermato dai pentiti nel processo Alba Pontina. I pentiti sono considerati attendibili e le dichiarazioni processuali iniziano ad avere un seguito. Il PD è in prima linea da sempre per combattere la presa dei clan sulla città e in Provincia e nel denunciare i legami con la politica. La destra ha una responsabilità politica enorme per non aver combattuto a sufficienza il dilagare di queste organizzazioni criminali. Ed anche per il silenzio assordante dei suoi massimi esponenti.

I clan, forti anche dei legami con esponenti politici, pensavano di aver messo le mani sulla città. Andremo avanti con determinazione così come negli anni passati abbiamo acceso i riflettori nazionali su Latina sempre con la Commissione Antimafia che ha dato il via alla riscossa dello Stato. Chi era interessato a non smuovere nulla non riuscirà a fermare l’azione della Commissione Antimafia, delle forze dell’ordine e della magistratura che ringraziamo.

Emerge con sempre maggior forza ciò che abbiamo denunciato politicamente: Latina era in balia dei clan e con parte della politica e delle istituzioni a braccetto allo stadio con i Ciarelli-Di Silvio, che hanno condizionato, come affermano i magistrati, con metodo mafioso la comunità di Latina. Professionisti, imprenditori, commercianti, cittadini comuni, giovani sono stati esposti all’azione criminale del clan Ciarelli-Di Silvio con coperture politiche. Occorre fare chiarezza e qualcosa finalmente torna a muoversi”.