Tentato sequestro di persona dopo un furto, condanne definitive

La Corte di Cassazione

Condanne definitive per i due apriliani, padre e figlio, accusati di aver cercato di sequestrare e di aver ferito con un colpo di pistola un cittadino di nazionalità romena sospettato di un furto.

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi di Angelo e Michele Cavacece, di 80 e 48 anni, condannandoli anche a pagare le spese processuali e a versare tremila euro a testa alla Cassa delle Ammende.


I due, il 20 febbraio 2014, insieme ad altre otto persone, a Campo di Carne avevano aggredito il 31enne Stefan Ion Ovidiu, ipotizzando che il giovane fosse l’autore di un furto di pneumatici in un capannone di Nettuno, dove gli apriliani avrebbero smontato auto rubate che poi avrebbero riciclato nell’Europa dell’Est.

La vittima era stata fatta salire su un’auto con la forza e picchiata.

Dopo essersi riuscito a divincolare e a fuggire, Ovidiu era poi stato ferito a un braccio con un colpo di pistola.

Un episodio per cui i Cavacece erano stati anche arrestati, a seguito delle indagini condotte dal commissariato di Anzio, e per cui era stato identificato soltanto un terzo aggressore, poi deceduto.

In primo grado il pm aveva chiesto per gli imputati una condanna a 4 anni di reclusione e il giudice del Tribunale di Latina, Silvia Artuso, aveva optato per una condanna leggermente più mite: tre anni di reclusione.

Una sentenza confermata il 7 dicembre 2017 dalla Corte d’Appello di Roma e ora dalla Corte di Cassazione.

Angelo Cavacece, battendo su alcuni testimoni, ha provato anche a sostenere che al momento del tentato sequestro era dal dentista a Campoverde e che comunque essendo cardiopatico non avrebbe potuto prendere parte a un’azione del genere. Ma le scuse non hanno retto.