Supermarket della droga sulla Domitiana, fermati 15 indagati: “Acquirenti anche dal Basso Lazio”

Nelle prime ore della mattinata del 5 novembre a Castel Volturno (CE), Giugliano in Campania (NA) – frazione Varcaturo – e Parma i carabinieri della Stazione di Grazzanise hanno dato esecuzione al decreto di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, nei confronti di 15 indagati (7 italiano, 1 indiano e 13 africani) gravemente indiziati, a vario titolo, di numerose condotte di detenzione e spaccio in concorso di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, eroina e metadone. Per una fiorente attività di smercio di droga che per gli inquirenti vedeva anche acquirenti in serie a fare la spola dal Basso Lazio. 

L’attività investigativa, compendiata nel decreto di fermo del pubblico ministero, costituisce la prosecuzione di analoga indagine – diretta dalla Procura operante a partire dall’agosto 2014 – che portò il 19 febbraio del 2015, all’arresto di 11 persone, ritenute responsabili dei reati di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti commessi all’interno dei “Palazzi Grimaldi”, sulla Domitiana. A conclusione del processo di primo grado il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere – rito abbreviato condannava gli imputati alla pena complessiva finale di anni 77 di reclusione.


Il successivo segmento investigavo, confluito in un’inchiesta denominata Alcatraz e oggetto del presente provvedimento pre-cautelare, recepisce gli esiti delle investigazioni svolte dal mese di dicembre 2017 ad oggi, indagini preliminari esperite dalla Procura sammaritana e delegate alla Stazione Carabinieri di Grazzanise.

“In particolare veniva riscontrato un allarmante fenomeno di spaccio di sostanze stupefacenti all’esterno di un complesso immobiliare ubicato nel Comune di Castel Volturno, edificio ove peraltro alcuni acquirenti abitualmente consumavano gli stupefacenti, concretizzando una vera e propria ‘crack house'”. I cosiddetti Palazzi Grimaldi, appunto.

Le indagini sono state condotte attraverso la captazione di conversazioni telefoniche, i cui contenuti hanno trovato inoltre riscontro nelle dichiarazioni rese dagli acquirenti, nonché mediante sequestri di droga ed arresti in flagranza, operati a conclusione di mirati servizi di osservazione.

“Si giungeva pertanto ad accertare l’identità degli indagati a carico dei quali è stato raccolto un grave quadro indiziario, univoco e concordante, in ordine alla realizzazione di molteplici episodi di detenzione e cessioni di sostanze stupefacenti (complessivamente individuati in 143 casi) ad acquirenti provenienti dalla provincia di Caserta e dal Basso Lazio”, ha spiegato il procuratore Maria Antonietta Troncone.

“Nel corso dell’attività d’indagine si accertavano inoltre alcuni trasporti e consegne di sostanze stupefacente, del tipo eroina, a favore di persone dimoranti nella provincia di Teramo. I contenuti delle conversazioni captate, che avvenivano attraverso un linguaggio criptico, decodificato (le sostanze stupefacenti venivano indicate facendo ricorso ai termini ‘scura’, ‘nera’, ‘bianca’, ‘italiana’, ‘africana’), hanno consentito di appurare e fotografare le modalità con cui gli indagati realizzavano l’illecita attività: invero, è stato possibile risalire sia al dato qualitativo che quantitativo della sostanza stupefacente, atteso che le cessioni avevano ad oggetto involucri di eroina e cocaina rispettivamente per un importo di euro 20 ogni 0.5 grammo ed euro 40 ogni grammo”.

Contestualmente all’esecuzione del decreto di fermo sono stati sottoposti a sequestro preventivo d’urgenza due dei piani del complesso immobiliare riconvertito a supermarket della droga, con relative pertinenze, “in quanto luoghi stabilmente destinati all’attività di spaccio”. In attuazione del sequestro preventivo gli immobili sono stati sgomberati.

L’ufficio del Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere e quello del Tribunale di Parma, in sede di convalida, condividendo in toto l’impianto accusatono avanzato da quest’Ufficio, sia in relazione ai gravi indizi di colpevolezza che alle attuali esigenze cautelari, ha disposto per nove degli undici indagati sottoposti al fermo la custodia cautelare in carcere mentre per i restanti due quella degli arresti domiciliari.