Carenza idrica a Priverno, Antonini: “Non ci possono essere cittadini di serie B”

“L’estate 2017, sarà ricordata nei monti Lepini per tre cose: il caldo torrido, gli orribili incendi e l’inefficienza di Acqualatina. Da qualche anno a questa parte sono diventati tre flagelli di Dio per le popolazioni del Comprensorio”.

E’ quanto si legge nel comunicato diffuso a mezzo stampa da Roberto Antonini, presidente del Consiglio Comunale di Priverno.


“La palese incapacità gestionale e tecnica dei dirigenti della società di fornitura dell’acqua (privata) è oramai palese e conclamata, visto che all’attuale situazione di emergenza si danno risposte blande e poco efficaci. Come amministratori abbiamo fatto decine di telefonate, incontri, gruppi whatsapp, solleciti, ma la situazione non cambia. Sia detto a chiare lettere: Acqualatina ha tutta la responsabilità per questo stato di fatto!

Quando alla seguente richiesta: “nel centro storico di Priverno manca ininterrottamente l’acqua da tre giorni, fate qualcosa!” la risposta è: “speriamo che piova altrimenti non possiamo fare nulla” allora significa che non si ha proprio consapevolezza del ruolo che si sta ricoprendo. Gli ingegneri e il gruppo dirigente della società devono affrontare concretamente i problemi legati alla carenza idrica, studiare delle soluzioni e attuarle, perché intanto a Priverno centinaia di cittadini sono senz’acqua da molti giorni, e il problema si trascina dall’inizio dell’estate. Se poi ci dobbiamo rimettere alla speranza e alla preghiera, per avere la pioggia, invito fin da ora il presidente, l’amministratore delegato e tutto lo staff tecnico-gestionale della società a Priverno per il prossimo 14 agosto, per seguire insieme al sindaco, al sottoscritto e ai cittadini, la processione della Madonna di Mezzagosto affinché interceda per noi al fine di ottenere la pioggia.

Però, passata la processione e la battuta, vogliamo cercare di mettere in campo anche altro. Avete le risorse economiche e ci sono i mezzi tecnici per mitigare la carenza dell’acqua. Se non lo fate che cosa dobbiamo pensare? Che forse gli investimenti pesano sui conti della società e pertanto si ha più interesse a non intaccare gli utili per il socio privato? D’altra parte i cittadini, almeno quelli onesti, che sono la maggioranza, continueranno a pagare le salatissime bollette, nonostante il pessimo servizio fornito.

Lo ripeto, qui non si tratta di portare con i carretti l’acqua ad un fortino crociato sperduto nel deserto ma bensì ad una comunità che ha la propria fonte di approvvigionamento a pochissimi chilometri dalla città. È un’opera ingegneristica così complessa? Non credo proprio, basterebbe impegnarsi in modo adeguato! E se l’acqua è poca, come dite, dovete dotare gli impianti di quegli accorgimenti che ne consentano una distribuzione più razionale e comunque per tutti.

Non ci possono essere cittadini di serie B, come quelli del centro storico. Tutti, a prescindere dal quartiere di residenza, anche se per poche ore, hanno il diritto ad avere l’acqua, con una portata adeguata, e non il solito filino senza pressione, nella propria abitazione. Fate gli investimenti necessari sulla rete idrica e mettete in campo un piano di gestione adeguato.

Nel frattempo, visto appunto che la bolletta, composta da una quota fissa per il servizio di fornitura e dalla quota legata al consumo, i cittadini la pagano, invito la società a dotarsi di piccole autobotti per portare fin dentro il centro storico l’acqua. Inoltre li invito ad assumere del personale stagionale per portare con dei recipienti qualche litro d’acqua nelle abitazioni delle tante persone anziane che non possono recarsi a porta romana a prendere l’acqua dall’autobotte”.