Clan dei muzzoni, tre arresti dei carabinieri

In data 29 ottobre, a conclusione di attività d’indagine condotta da militari del Nucleo Operativo – Aliquota della Compagnia Carabinieri di Sessa Aurunca, su richiesta del procuratore della Repubblica aggiunto di Napoli Giuseppe Borrelli, venivano eseguite tre Ordinanze di custodia cautelare nei confronti di Gaetano Di Lorenzo, esponente di spicco del locale clan degli Esposito cosiddetti “Muzzoni”, Vincenzo Esposito il figlio dello storico capo clan Mario, esponente di spicco del locale clan, e Carlo D’Angelo, giovane appartenente al citato Clan, “figura emergente”.

L’attività d’indagine scaturisce da una serie di estorsioni subite da un imprenditore locale, dedito all’attività di macellazione di carni, che denunciava le crescenti “pressioni” subite da vari esponenti della locale consorteria criminale per il pagamento della “tassa della tranquillità” o, addirittura, per far gestire la propria attività al sodalizio (tramite prestanomi) e l’imprenditore diventare un semplice dipendente.


A seguito della denuncia venivano poste in esser una serie di complesse attività investigative, anche di natura tecnica e con servizi di osservazione, che permettevano di individuare i responsabili e definire per ciascuno le singole responsabilità personali.

L’attività estorsiva posta in essere si sviluppava in più fasi e, in una delle ultime occasioni, dopo precedenti richieste, l’imprenditore veniva convocato al cospetto dell’allora reggente del clan Esposito, Gaetano Di Lorenzo, con modalità tipiche del metodo mafioso. Infatti, lo stesso veniva costretto a cambiare macchina e veniva privato di dispositivi di comunicazione prima di essere condotto in un luogo, individuato ad hoc dal clan, all’interno di un’abitazione in aperta campagna dalla quale era facilmente individuabile l’eventuale presenza di forze dell’ordine.

Con l’arresto di Di Lorenzo (il 31 ottobre 2014) e la latitanza di un altro esponente di spicco del clan, Vincenzo Gallo, in assenza di soggetti apicali dell’associazione criminale, la richiesta estorsiva riprendeva ad opera di citato Vincenzo Esposito con le stesse modalità in precedenza indicate, ma in altra abitazione ubicata in un vicolo del centro storico di Sessa Aurunca (all’epoca dei fatti nella disponibilità della convivente di un appartenente al clan dei Muzzoni deceduto) e già confiscata e nel possesso dell’Agenzia Nazionale per i Beni confiscati alla mafia.

Qui l’Esposito reitereva la richiesta di denaro in rate mensili da 2000 euro e rimandava la consegna della prima tranche a qualche giorno dopo mediante l’invito di emissari che puntualmente si recavano presso l’azienda della vittima dalla quale si faceva consegnare la somma pattuita in contanti, venendo tratti in arresto, in flagranza di reato, da militari del Nucleo Operativo della Compagnia di Sessa Aurunca (il 28 novembre 2014).