Terracina, licenziamento illegittimo: la Servizi Industriali costretta alla reintegra del sindacalista

Vittorio Marzullo, consigliere comunale di Sel

La Servizi Industriali deve reintegrare il delegato sindacale della Cgil che aveva illegittimamente licenziato. Va tutto male, in questo periodo, alla ditta di Latina Scalo. Dopo avere perduto l’appalto della raccolta rifiuti per la sentenza del Consiglio di Stato, la Servizi industriali ieri si è vista dare torto anche dal Tribunale di Latina, Sezione Lavoro. Il giudice, infatti, ha disposto l’immediata reintegra nell’organico aziendale del lavoratore sindacalista licenziato nell’agosto del 2013, il risarcimento del danno ed il pagamento delle spese legali.

Con il lavoratore interessato, esulta anche Vittorio Marzullo, consigliere comunale di Sel, che era stato causa involontaria di tutta questa vicenda. “A fondamento del licenziamento del dipendente infatti -scrive in una nota Marzullo- vi era l’accusa di aver aiutato il sottoscritto a decifrare i formulari del Comune di Terracina. Sostanzialmente all’azienda dava fastidio l’attività sindacale e politica che il lavoratore svolgeva in favore della CGIL e di Sel. Tutto questo avveniva mentre era, ed è ancora, in corso un’inchiesta della Magistratura sull’operato dell’azienda a Terracina”.


Al consigliere comunale, “preme affermare che il significato principale di questa sentenza è che la democrazia non si ferma fuori dai luoghi di lavoro, ma che essa fa parte integrante di tali luoghi, per cui è garantita, come previsto dallo Statuto dei Lavoratori, la libertà politica religiosa e sindacale sui posti di lavoro”. Marzullo, inoltre, ricorda di avere “vanamente chiesto in questi anni all’amministrazione ed all’apparato comunale, la rescissione del contratto con la Servizi Industriali per la mancata ottemperanza agli obblighi contrattuali circa il rispetto dei diritti dei lavoratori”.

“Abbiamo assistito in questi tre anni -si legge ancora nella sua nota- a tutto e di più in questa azienda. Dal trasferimento di delegati sindacali in altri Comuni per lavorare, alle minacce subite da diversi lavoratori, malati e non, a lavoratori soccorsi da ambulanza dopo alterchi con l’azienda, la mancata erogazione dei mezzi di protezione, un ambiente di lavoro malsano ed inquinato, assenza dei servizi essenziali quali l’acqua, la mensa, gli spogliatoi e servizi igienici degni di questo nome”.

Poi Marzullo punta il dito contro Nicola Procaccini: “Ho dovuto -afferma- anche registrare l’umiliazione, quando ho presentato un ordine del giorno in Consiglio Comunale di solidarietà nei confronti del lavoratore licenziato, di sentirmi dire dal Sindaco che il licenziamento del delegato sindacale era un fatto privato e che, in quanto tale, non poteva interessare l’amministrazione ed il Consiglio Comunale”.

Non così era accaduto, sottolinea l’esponente di Sel, quando, per effetto di una ordinanza sindacale, i lavoratori della Servizi Industriali venivano messi in mobilità con perdita dei diritti acquisiti e riduzione dello stipendio. Quella circostanza non fu per Procaccini “un fatto privato, tanto da indurlo ad andare in azienda a tenere un’assemblea per difendere gli interessi della Servizi Industriali cercando di convincere i lavoratori ad accettare, in particolar modo la perdita degli scatti d’anzianità e quindi una riduzione secca dello stipendio di diverse centinaia di Euro”.

“Ci sono questioni private che riguardano centinaia di migliaia di Euro a favore dell’azienda -termina Marzullo- ed interviene il Sindaco; c’è il licenziamento per motivi politici di un sindacalista, allora è un fatto privato, sul quale non si deve intervenire e nemmeno esprimere solidarietà”.