Terracina, Marzullo: “Servizi Industriali condannata per falsità ideologica”

*Vittorio Marzullo*

Adesso spunta una condanna per falso in atto pubblico che la Servizi Industriale ed il Comune avrebbero taciuto. Ad affermarlo è Vittorio Marzullo, consigliere comunale di Sel, che ha scritto anche al dirigente comunale responsabile dell’appalto della raccolta rifiuti aggiudicato alla ditta di Latina Scalo. La faccenda è venuta fuori perché il Comune di San Felice Circeo ha assegnato analogo appalto alla stessa ditta, ma con riserva, perché la Servizi Industriali, il 21 settembre 2011, ha subito un decreto penale di condanna, il n.2052/11 relativo al reato di cui all’art. 483 del Codice Penale.

Si tratta appunto del reato di Falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, che recita: “Chiunque attesta falsamente al pubblico ufficiale, in un atto pubblico, fatti dei quali l’atto è destinato a provare la verità, è punito con la reclusione fino a due anni”. Se si tratta di false attestazioni in atti dello stato civile, la reclusione non può essere inferiore a tre mesi.


“Allora mi chiedo – si legge nella nota di Marzullo -, perché in tutte le assegnazioni provvisorie fatte dal Comune di Terracina dell’Appalto della Servizi Industriali di questa condanna non c’è traccia. C’è stata connivenza dell’apparato amministrativo comunale, politico, oppure l’azienda ha compiuto altri reati omettendo di dire che era stata condannata?”.

Nella stessa nota, l’esponente di Sel denuncia la vicenda di un dipendente del gestore del servizio di igiene urbana, malato in fase terminale, che riceve lo stipendio a singhiozzo e decurtato.

Marzullo racconta così questa storia: “Sono intervenuto insistentemente nei giorni scorsi sui responsabili comunali affinché facessero pressione sull’azienda per ripristinare il regolare flusso degli stipendi nei confronti di questa sfortunata famiglia, cosa puntualmente avvenuta, ma le risposte di parte aziendale sono state: che non sapevano spiegarsi l’accaduto e dopo una diffida avvenuta ieri alle ore 12.00 circa, da parte dei funzionari comunali, l’unica conseguenza è stata quella di aver avuto un’altra beffa. E’ stata chiamata con urgenza la moglie del dipendente e gli si è consegnata una busta paga relativa allo scorso mese di settembre, quindi vuota, in quanto quei 660 euro li avevano già percepiti nello scorso mese”.