Molella, Mezzomonte, Palazzo appartengono a Sabaudia: sentenza storica in Corte d’Appello

corte_appello_romaUna recente sentenza della Corte d’Appello ristabilisce una verità storica: il comprensorio di Molella-Mezzomonte-Palazzo appartiene a Sabaudia. Enzo Cestra, portavoce del Comitato di Frazione Molella -Mezzomonte – Palazzo di Sabaudia presieduto da Antonio Savioli fa pertanto presente che “Ora l’Amministrazione Comunale a guida Lucci – Pagliaroli non hanno più scuse: devono mettere nel triennale dei lavori pubblici le opere urgenti e non più prorogabili nel nostro comprensorio”. Nel dettaglio

UNA SENTENZA STORICA. La notizia arriva dall’ex sindaco di Sabaudia Salvatore Schintu, oggi all’opposizione nel gruppo “Moderati”: “Una sentenza storica, che ribadisce pronunce della Magistratura agli usi civici e della Suprema Corte di Cassazione”. “Dispiace – attacca – che solo attraverso le controparti del Comune di Sabaudia siamo riusciti ad avere notizie; dispiace del silenzio più totale delle amministrazioni ed in particolare del vice sindaco del Comune di Sabaudia che pure ha sempre seguito le vicende legate alla sua frazione con grande interesse”.


LA SCONFITTA DEL COMUNE DI SAN FELICE. La sentenza in questione è la numero 1856/14 della Corte di Appello di Roma, depositata il 20 marzo 2014. Il verdetto respinge il ricorso del Comune di San Felice e del Comitato di Frazione di Molella che avevano sostenuto che il comprensorio di Molella appartenesse al Circeo. Il Comune di San Felice e il comitato sono stati condannati al pagamento delle spese processuali. “Non possiamo ridurre però la portata della sentenza a litigio tra due Comuni – commenta Schintu -. Il significato è ben più ampio: il verdetto chiarisce il contesto socio-politico e amministrativo della bonificazione pontina”.

LA BONIFICAZIONE DELLE PALUDI E L’OPPORTUNITA’ DI UNA NUOVA VITA. “Il programma di bonificazione delle paludi pontine – spiega l’ex sindaco, con in mano il dispositivo della sentenza –  costituiva al tempo stesso un’occasione di rilancio dell’economia agraria ed un intervento sociale offrendo agli ex combattenti della grande guerra e alle loro famiglie un’opportunità di una nuova vita attraverso l’appoderamento delle aree agricole delle città nuove. Processo logico vuole che per la concessione dei terreni, tramite l’Opera nazionale combattenti,  occorresse la piena disponibilità delle aree interessate. Da ciò deriva il fatto che nel Regio decreto 1071/1913, convertito nella legge  200/1934, fosse chiaramente espresso il concetto che erano aboliti tutti i vincoli, servitù, usi civici, privilegi e diritti civici”.

QUELLA RIVENDICAZIONI INAMMISSIBILI. “Le rivendicazioni patrimoniali del Comune di San Felice Circeo – è ancora Schintu a riferire della sentenza – non hanno alcuna ragione d’essere per il fatto che, specialmente nella relazione di accompagnamento alla legge di conversione del RDL, veniva spiegato che il processo di nascita del nuovo comune, con lo smembramento di comuni vicini, era accompagnato da compensazioni sia territoriali che finanziarie con la specificazione di quanto era assegnato a questo ed al quel Comune. Quindi pienezza di diritti al Comune nascente, benefici ai comuni limitrofi”.

LA CRITICA POLITICA. “Dal punto di vista politico – afferma l’ex sindaco -, l’operazione che l’ amministrazione a mia guida ha avuto il coraggio di compiere è rilevante dal punto di vista storico perché, caparbiamente, ha voluto riconoscere la pienezza di quanto realizzato da Benito Mussolini negli anni Trenta. Sia alcune lobby locali, sia la sinistra sabaudiana con un intervento incomprensibile, sia il Comune di San Felice nell’era Schiboni, hanno tentato in tutti i modi di contrastare le decisioni assunte dal Commissario agli Usi civici e dalla Giunta Schintu. Questa sentenza ribadisce la verità storica”.

L’ASPETTATIVA AMMINISTRATIVA. “Certamente ora l’amministrazione di Sabaudia dovrà operare con decisione nel solco delle decisioni amministrative e della giurisprudenza affermatasi – conclude Schintu -. Riconosciamo il fatto che il Sindaco attuale abbia proseguito con la difesa degli interessi di Sabaudia in linea con le decisioni precedenti. Certo, un possibile conflitto di interessi di un politico della sua maggioranza può far sorgere qualche preoccupazione.

*Enzo Cestra*
*Enzo Cestra*

“Nella via veste di portavoce del su menzionato Comitato – fa presente Enzo Cestra –, nulla da eccepire sulla ricostruzione storica di Salvatore Schintu già Sindaco di Sabaudia. Per fare chiarezza mi permetto di precisare che il Comitato di Frazione Molella che avevano sostenuto che il comprensorio di Molella appartenesse al Circeo, condannati al pagamento delle spese processuali con il Comune di San Felice Circeo non è il nostro ma è altro Comitato che nulla a che vedere con l’attività del nostro a favore delle popolazioni del comprensorio.

(1) – Ora Regione Lazio, Comune di Sabaudia, Ente Parco Nazionale del Circeo, devono programmare e portare al termine l’iter del Variante Speciale Molella – Mezzomonte attesa dalla popolazione da “15 anni”; (2) Farmacia ; (3) – Prolungamento Acquedotto Mezzomonte – Palazzo – Baia D’Argento – Darsena Verde fino all’Ospedale Franceschini; (4) – Tronco Fognario Baia D’Argento – Palazzo per eliminare l’inquinamento del Lago di Paola, e riqualificare il sito archeologico Villa Domiziano (5) – Metanizzazione del comprensorio in sinergia con il Comune di San Felice Circeo già in realizzazione da San Felice Circeo ( La Cona ) fino all’altezza della Cava nei pressi di Mezzomonte . (6) – Rilascio da parte del Parco dei pareri obbligatori per le definizioni delle pratiche di ” Condono Edilizio del comprensorio giacenti nei loro cassetti “, che se definiti porterebbero nelle casse Comunali svariati centinaia di euro”.