“La fine di un incubo”, per i diretti interessati, che a sue tempo vennero anche arrestati. L’ex consigliere comunale Antonio Ciccarelli ed il cognato Francesco Palermo, i due imprenditori di Fondi finiti nel 2011 nella maxi-operazione ‘Scacco matto’, condotta dalla Dda di Reggio Calabria, sono stati assolti con formula piena dall’accusa di avere intrattenuto rapporti con la ‘ndrangheta.
La sentenza di primo grado emessa dai giudici del Tribunale di Palmi, dopo una camera di consiglio che andava avanti da martedì, è giunta solo nella tarda serata di sabato, con una serie di pesanti condanne per quasi tutti gli imputati.
Tra le poche assoluzioni, proprio quelle degli amministratori della cava ‘Gival’ di via Pantanello, sulle cui teste pendeva l’accusa di concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso. Per Ciccarelli e l’ingegner Palermo, nel corso della propria requisitoria, il pm Matteo Centini aveva chiesto la condanna a dieci anni di carcere a testa.
Una vittoria che mette fine ad un “calvario”. “Un processo affrontato con estrema dignità, un atteggiamento alla fine apprezzato dai giudici”, ha commentato l’avvocato Giulio Mastrobattista, che insieme al collega Pierluigi Avallone ha seguito l’intero percorso che ha portato al proscioglimento.
Contestualmente, i giudici hanno provveduto al dissequestro della ‘Gival’, dall’epoca dell’operazione dell’Antimafia in amministrazione controllata.
In relazione alle posizioni del 64enne Ciccarelli, responsabile dei cantieri targati ‘Gival’, e del 63enne Palermo, che della società era amministratore e legale rappresentante, tutto ruotava attorno all’appalto per la costruzione del plesso scolastico ‘Renda’ di Polistena.
Nello specifico, nel mirino della Dda erano finiti i subappalti concessi a ditte e maestranze gravitanti attorno alla cosca dei Longo, egemone nel paesino calabrese e nel suo hinterland.
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