Pizzo e fiamme a Lenola, i minorenni pronti a ‘vuotare il sacco’. A breve gli interrogatori

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*Attività commerciali nel mirino*

Dovrebbero comparire davanti al gip del Tribunale penale dei minori di Roma nella mattinata di lunedì, i tre minorenni tra i 16 ed i 17 anni ritenuti gli autori delle richieste di pizzo e degli annessi incendi dolosi a diverse attività di Lenola, nei giorni scorsi destinatari di altrettante ordinanze di custodia cautelare.

Quello che per le indagini era il capo del sodalizio, M.D., che proprio tra pochi giorni diventerà maggiorenne, è difeso dall’avvocato Marco Popolla. Il cugino, M.S., come lui ristretto in una comunità di recupero della Capitale, dagli avvocati Luigi Iudicone e Cristina Sepe. L’unica ragazza del gruppo, di Fondi, ora ai domiciliari e con un ruolo marginale rispetto agli altri, è assistita da Enzo Biasillo.


*Mesi di indagini, per i carabinieri del comandante Di Iorio*
*I baby estorsori bloccati dai carabinieri*

Il collegio difensivo, in vista degli interrogatori, sta studiando la condivisione di una linea comune. Come pare ormai sicuro, i componenti della ‘Banda Corona’ non si avvarranno della facoltà di non rispondere.

Il che vuol dire che ‘vuoteranno il sacco’: dopo le parziali ammissioni dei primi momenti, dinanzi ai carabinieri del comandante Biagio Di Iorio, che contro di loro avevano raccolto diverse prove, una volta dal gip parleranno dell’accaduto senza alcuna reticenza.

Anche perché un’eventuale apertura sicuramente avrebbe un impatto diverso sul protrarsi delle misure restrittive in atto, che potrebbero diventare meno afflittive: probabile che i legali puntino agli arresti domiciliari per i cugini, ed alla remissione in libertà per la ragazza.

Tre minorenni che, pur di estrazione economica differente, a livello sociale sono accomunati da situazioni familiari difficili, con i genitori separati o divorziati.

Nei loro confronti, ipotesi di delitto gravi: dagli incendi dolosi alle tentate estorsioni in serie. Addirittura, viste le modalità con cui agivano, se almeno una delle tre posizioni non venisse ridimensionata si prospetta l’associazione a delinquere.

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