Questioni economiche, che non riguardano però la sfera prettamente professionale del penalista gambizzato, bensì la sua attività in un altro ambito. Sotto la lente d’ingrandimento di chi indaga sull’agguato di venerdì sera ai danni dell’avvocato Giuseppe Anselmo, ci sono in particolar modo gli affari “collaterali” del 70enne professionista fondano: tutto potrebbe in qualche modo ruotare attorno al prolifico settore delle aste giudiziarie e degli immobili pignorati, che vede da anni Anselmo in prima fila, sia per conto di terzi che in proprio. In ballo, la concreta ipotesi di una faccenda legata con un filo diretto al denaro.
Da par suo, una volta ascoltato, l’avvocato ferito a colpi di pistola ha affermato di non aver mai ricevuto minacce, perlomeno esplicite. Piuttosto vaghi gli identikit finora forniti agli agenti del vicequestore Massimo Mazio da Anselmo e dalla donna che in quei momenti era con lui, che ha pure rincorso l’attentatore: chi ha sparato era abbastanza alto e magro; il complice che lo attendeva in auto, sembra una Opel Astra grigia, nella scura via degli Equi, era più basso e robusto. Nulla di più.
Da largo Evangelista seguirebbero con decisione la pista locale. Per certi versi quasi obbligata: i malviventi conoscevano a menadito le abitudini di Anselmo; hanno avuto l’accortezza di coprirsi il volto con sciarpe e cappucci; in ultimo, per come hanno fatto perdere le proprie tracce, hanno dimostrato di conoscere bene i luoghi dell’agguato.
Gente del posto, dunque. Motivo per cui con molta probabilità entro breve potrebbero essere effettuati accertamenti incrociati proprio a queste latitudini.
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