***video***FORMIA, ASSOCIAZIONE CAPONNETTO: ''INUTILE UN OSSERVATORIO ANTIMAFIA GUIDATO DA POLITICI''

*Paolo Costa ed Elvio Di Cesare in un momento dell'incontro*
*Paolo Costa ed Elvio Di Cesare in un momento dell’incontro*

L’interrogazione parlamentare inviata da alcuni deputati del Movimento Cinque Stelle alla presidenza del consiglio e ai ministri di giustizia e interni, rispetto alla massiccia presenza della camorra a Formia e nel sudpontino, è stata solo uno spunto. Perché infatti la conferenza stampa andata in scena oggi, giovedì, presso l’Archivio Storico di Formia, è servita per fornire una serie di proposte concrete da parte sia dell’associazione Caponnetto rappresentata dal suo presidente Elvio Di Cesare, sia del Movimento Cinque Stelle di Formia rappresentato da Paolo costa.


E non sono mancate le polemiche relativamente all’istituzione di un osservatorio sulla criminalità che la nuova amministrazione comunale ha promesso di realizzare. Perché secondo Di Cesare questo osservatorio non si farà mai. Perché lo si vuole fare in maniera sbagliata. Non possono esserci politici al suo interno, visto che proprio la camorra a Formia la fa da padrona, ricordando episodi recenti e intercettazioni relative all’inchiesta Formia Connection, che hanno appurato inequivocabilmente i rapporti stretti tra Camorra e politica locale.

E allora secondo il presidente della Caponnetto l’osservatorio dovrebbe essere costituito dal questore, dai comandanti provinciali di Guardia di Finanza e Carabinieri, dal comandante provinciale del corpo forestale dello Stato, da alcuni magistrati della Procura di Latina e della direzione distrettuale antimafia e da almeno due esponenti di associazioni antimafia operanti sul territorio.

Grande compiacimento per il lavoro svolto dai comandanti di Carabinieri e Guardia di Finanza sul territorio. Più duro nei confronti della Polizia, per la quale, Di Cesare ha suggerito un unico commissariato tra Formia e Gaeta con un dirigente di primo livello. Ma andrebbe fatta un opera di potenziamento anche delle procure e degli organi inquirenti ancora inefficaci sotto l’aspetto delle indagini finanziarie dei capitali illeciti.

“Con orgoglio – ha poi dichiarato parlando dell’associazione da lui presieduta – ci presentiamo come antimafia del fare opposti a quelli del dire. Quest’ultima resta infatti sul piano culturale, e punta al risveglio delle coscienze. Mentre noi preferiamo la strada dell’indagine e della denuncia, una strada pericolosa, difficile e che richiede sacrifici e competenze. E la nostra stessa composizione del direttivo vede in prima linea magistrati e funzionari di polizia. Noi siamo in trincea, gli altri fanno promozione sociale e culturale. Non per spirito di superiorità, ma sappiamo della gravità del fenomeno che coltiva consolidate sponde politiche e istituzionali. Non c’è tempo che maturino coscienze”.

 

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