Tempio di Giove a Terracina, quale il suo destino?

Tutti rimangono in attesa di capire cosa succederà in agosto, mese di scadenza della gestione della Munus di Roma del Tempio di Giove Anxur, nel frattempo si muove la politica.

Tempio Giove Terracina Nei giorni scorsi era stata diramata una nota che vedeva concordi consiglieri comunali di opposizione, bensì diversamente collocati tra i banchi di Pd e Forza Italia. La richiesta fatta all’amministrazione comunale a guida Procaccini era semplice: fare luce sulle intenzioni della futura gestione, considerando che il contratto con la società romana scade ad agosto e può essere prorogato per soli sei mesi.


E poi? Poi ovviamente è tutto da vedere, perché se sono lontanamente vere anche le cifre snocciolate da qualche candidato a sindaco in campagna elettorale, parliamo di qualche decina di migliaia di persone che staccano il biglietto ogni anno per vedere la bellezza architettonica che veglia sulla città. Un giro d’affari che al costo medio di 5 euro (intero 7, ridotto 4), rappresenta una discreta fonte di ricchezza per il turismo non solo balneare della zona.

Tempio Giove Terracina1Ovviamente la questione non è solo politica, bensì sia stata quest’ultima a tirarla fuori attraverso un’interrogazione consiliare uscita ovviamente dai banchi dell’opposizione. In realtà si tratta di una questione amministrativa in primo luogo, in quanto intorno al dieci di agosto scade il contratto e persino la possibile proroga non appare scontata per via di contenziosi in atto tra la società e il Comune di Terracina. Ma tra quindici giorni siamo nella settimana più calda dell’anno dal punto di vista turistico, e sarebbe il colmo se il Tempio di Giove Anxur proprio in quella settimana non dovesse funzionare a pieno regime.

Inoltre si scontrano anche delle visioni diverse del turismo. In campagna elettorale abbiamo più volte sentito parlare di sistema museale integrato o diffuso, o comunque di diversificare l’offerta turistica, portando coloro che vengono a Terracina per il mare a scoprire anche la cultura che abita la città. La domanda è semplicemente se ci sia il tempo di organizzare un eventuale piano del genere o comunque alternativo e più vantaggioso per i terracinesi. Di sicuro poco si può fare da qui alla scadenza della concessione. Forse, qualcosa si può provare a mettere in agenda in caso di un’eventuale proroga, che salvo problemi legali legati ai contenziosi, sembra davvero cosa scontata. O quanto meno la strada più plausibile per pensare a come operare nel periodo immediatamente successivo.