Ospedale di Fondi: manca il personale, sospesa l’attività di Endoscopia

*Caos continuo*
*Caos continuo*

I tagli ed il restyling del comparto sanitario. Le annose carenze di personale. La mancanza di idoneità al turno di guardia. Malattie. In ultimo, le ferie.

Fattori che, più o meno collegati tra loro, continuano a mettere a serio rischio la funzionalità di reparti e servizi dei nosocomi pontini. Si prospetta la solita estate di passione.


Con le unità effettive ridotte all’osso, l’unico rimedio resta spostare ed ‘inventare’, nella speranza di sopperire al meglio e tirare avanti. Ed ecco quindi messo ancora una volta in atto, da parte dell’Azienda sanitaria, un obbligato risiko del personale. Che però, in alcuni casi, ha avuto l’effetto della classica coperta corta.

Come per l’unità di Endoscopia digestiva del ‘San Giovanni di Dio’, la cui attività in questi giorni è stata sospesa senza alcun preavviso e fino a data da destinarsi: mancano gli infermieri specializzati.

I molti pazienti in lista d’attesa, fino a buone nuove, dovranno arrangiarsi. Magari ricorrendo ad esami privati, considerando che l’Endoscopia digestiva di Terracina è ferma da settimane a causa del furto delle attrezzature, e che le liste d’attesa di altri nosocomi sono oblunghe.

*Il primario Bertolini*
*Il primario Riccardo Bertolini*

SCENDE IN CAMPO IL PRIMARIO – “Ancora una volta i direttori sanitari si sono dimostrati indelicati e sordi tanto alle esigenze del personale quanto a quelle dei pazienti. Questa strategia è volutamente finalizzata ad affossare il nosocomio fondano”. Parole dure, e che vengono da chi non ti aspetti. Cioè il dottor Riccardo Bertolini, stimato e normalmente molto pacato primario della Chirurgia di Fondi. Segno probabile che la misura è colma: a dispetto dell’equipe versione mini che si ritrova, finora non si era mai prestato alle polemiche, preferendo il silente lavoro in sala operatoria.

Tra l’altro, è stato proprio Bertolini a decidere la sospensione delle attività interne al servizio gestito dal collega Giampaolo Costa. Scelta in pratica obbligata, quella del primario, in assenza delle opportune condizioni per andare avanti.

L’ASL ‘NON VEDE’ – E qui un piccolo (?) giallo. Per l’Asl, infatti, l’unità di Endoscopia funziona eccome. A sentir loro, la momentanea chiusura non risulta. Anzi, per preservare il servizio dall’alto sarebbe stata disposta addirittura un’apposita turnazione. Delle due l’una. Ciò che traspare, a questo punto, è una sorta di braccio di ferro: senza infermieri opportunamente qualificati, i rischi per professionisti ed utenti sono dietro l’angolo. Con tutti gli eventuali strascichi del caso. E, fino a una qualche smentita di una delle parti, è proprio a questo concreto spauracchio che potrebbe essere direttamente ricollegata la ‘lotta intestina’ e la sospensione-fantasma di Endoscopia.

*Il medico e coordinatore regionale di FN Giampaolo Costa*
*Giampaolo Costa*

Ma come si è arrivati a questa situazione? Gli infermieri specializzati in servizio presso l’unità gestita dal dottor Giampaolo Costa erano due, formati nell’ultimo quinquennio a furia di corsi d’aggiornamento e seminari formativi. Il tutto – a sentirlo sembra incredibile – pagato di tasca propria dallo stesso Costa.

Particolare che però non ha influito più di tanto, se è vero che una delle due figure in questione ad un certo punto è stata destinata al reparto di Medicina. E se fino ad adesso chi è rimasto era riuscito a barcamenarsi, con il recente forfait del secondo infermiere specializzato, in questo caso per malattia, si è andati dritti verso il blocco.

Un servizio d’eccellenza con una media di oltre 2mila accertamenti annui, sospeso per la defezione di un singolo.