OPERAZIONE ANTICAMORRA IL PRINCIPE E LA BALLERINA, UN ARRESTO A FORMIA

Che la camorra si sia infiltrata concretamente nel sano tessuto socio economico di Formia e del sud-pontino, nonostante le deprecabili e opinabili smentite, la conferma, puntuale, è arrivata dalla penultima operazione anti-camorra promossa dalla Dia, quella, che, intitolata “Il principe e la ballerina”, ha preceduto di 24 ore l’arresto del boss dei boss dei Casalesi, Michele Zagaria. I Carabinieri hanno arrestato nella centralissima via Vitruvio, Giovanni Lubello, 35 anni, originario di Casal di Principe genero ed erede designato del boss Francesco Bidognetti. Lubello era il marito di Katia Bidognetti, la terza figlia di “Cicciotto e mazzanotte” che aveva sposato nel luglio 2003 dai suoi genitori. I collaboratori hanno sempre attribuito un ruolo di primissimo piano a Lubello, considerandolo un punto di rifferimento delle attività di riciclaggio del più noto suocero. I suoi movimenti sono stati monitorati dallo scorso anno quando si trasferirì in un villa bunker nei pressi della stazione ferroviaria di Itri, in contrada San Giacomo, villa a quanto pare di proprietà di un noto imprenditore di Formia e datata dei più sofisticati sistemi di allarme. Ma cosa ci faceva Lubello a Formia. Nella parte alta di via Vitruvio gestiva un negozio di telefonia, un’analoga attività l’aveva aperta a Villa di Briano. Ma il vero “pallino” del suocero di Francesco Bidognetti era l’edilizia, il cemento: un suo cantiere edile venne sequestrato dal Comune nella frazione orientale di Penitro per una serie di difformità rispetto al progetto origuinario. L’uomo venne condannato con il rito abbreviato a sei anni e otto mesi di reclusione per associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni.L’immobile e l’annesso terreno vennero confiscati nel 2009 nell’ambito di un maxi procedimento penale che portò a giudizio 32 componenti del gruppo Setola, l’ala militare del clan dei Casalesi.

Scritto da Saverio Forte


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