Incendi a capannoni agricoli di Priverno e Maenza, tre in carcere

carabinieri-gazzella-1AGGIORNAMENTO – Un commando in piena regola che stava seminando il terrore nelle aziende agricole del territorio lepino e che presto avrebbe colpito anche le auto di due assessori comunali di Maenza e Priverno. Tutto per questioni relative alla realizzazione della centrale elettrica a biogas.

Fortunatamente sono arrivati i carabinieri del Norm della compagnia di Terracina, con i colleghi della stazione di Priverno, che, agli ordini del capitano Angelo Bello, hanno sgominato la banda di ‘incendiari’ arrestando tra domenica e lunedì scorsi il 43enne Mauro Risi, il figlio 25enne Mirko e il nipote 21enne Giovanni Risi, tutti residenti a Maenza, con l’accusa in concorso di incendio aggravato continuato. Mauro Risi risponde anche di minacce aggravate e continuate. L’ordinanza, richiesta dal sostituto procuratore Giuseppe Miliano, è stato firmata dal Gip Lorenzo Ferri. Secondo gli inquirenti sarebbe loro la mano incendiaria  che dallo scorso novembre ha appiccato il rogo a diverse aziende agricole del territorio provocando danni per centinaia di migliaia di euro e portando sul lastrico i proprietari.


Mauro Risi
Mauro Risi

Tutti i particolari della brillante e complessa operazione sono stati illustrati in una conferenza stampa che si è svolta questa mattina presso il comando provinciale dell’Arma, con il colonnello Giovanni De Chiara.

L’operazione dei carabinieri è scattata di notte e ha visto in azione venti militari, otto mezzi ed unità cinofile antiesplosivo per raggiungere le tre persone che vivono in punti diversi nelle campagne tra Maenza e Priverno. A loro i carabinieri sono arrivati sulla base delle testimonianze portate dagli agricoltori locali, enormemente preoccupati per la recente escalation di incendi.

Mirko Risi
Mirko Risi

Il movente, ancora adesso in fase di ricostruzione da parte degli inquirenti, riguarderebbe la realizzazione della nuova centrale a biogas, il cui progetto è stato proposto dalla società Blt Power di via delle Margherite ad Aprilia. Sembra che i tre volessero entrare in qualche modo nell’affare,  specie per quanto riguardava offerta dei terreni e la produzione e il trasporto del materiale di risulta con cui alimentare la centrale. Gli incendi, dunque, sarebbero serviti a ‘far fuori’ altri possibili concorrenti. A ogni modo gli arrestati avranno modo di spiegare le ragioni di ciò di cui sono accusati in fase di interrogatorio previsto nei prossimi giorni.

Giovanni Risi
Giovanni Risi

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