Gaeta, il sindaco Mitrano alza la voce contro la politica dello 'scarica barile'

*Cosmo Mitrano*
*Cosmo Mitrano*

“E’ ora di dire basta! Tutti insieme dobbiamo far sentire forte la voce del dissenso che nasce dalla difficoltà di amministrare territori strozzati dalla crisi, e da parlamentari e  governanti che sanno solo delegare ai Comuni il gravoso ed infelice compito di imporre e riscuotere tasse, finalizzate alla sopravvivenza e non al rilancio economico del nostro Paese. Che si nascondono nell’ipocrisia,  dimostrando di non avere né senso civico, né rispetto per i cittadini, né attributi per svolgere i ruoli che ricoprono”.

Sono parole amare del Sindaco di Gaeta Cosmo Mitrano che, facendosi portavoce dell’aspro e crescente malcontento sociale, invita i Primi Cittadini del comprensorio a protestare con iniziative concrete contro Parlamento e Governo “scarica barile”.


“Scarica barile perché non fanno riforme – spiega il Primo Cittadino – non procedono a reali spending rewiew, ma, nella povertà di idee, progetti, e serie programmazioni di ampio ed alto respiro per il rilancio dell’occupazione, delle imprese, dell’economia, sono in grado solo di relegare gli Enti Locali ad un ruolo di frontiera, costringendo in primo luogo i Sindaci  a subire quotidianamente, attacchi, critiche e pesantissime rimostranze della popolazione. A subire gli schiaffi dei cittadini”.

Il tono del  Sindaco Mitrano, nel suo accorato appello ai colleghi del Golfo, diventa ancora più incalzante:  “Zero trasferimenti finanziari da parte dello Stato (tre milioni di euro tagliati al Comune di Gaeta nel 2013 e ad oggi un milione in meno per il 2014),  e  necessità di reperire vitali risorse, attraverso un carico fiscale stabilito dallo Stato, sottoforma di TARES, IMU, che presto si fonderanno in altre imposte, hanno ridotto i Comuni, non solo al lastrico, ma sopratutto a vivere in una situazione di continua trincea, nei confronti di cittadini giustamente arrabbiati, perché vessati e strizzati fino all’osso. E’ questo il risultato di una politica centrale che non riesce ad innovare, ma solo a delegare, spingendo gli amministratori locali a dire.. io … speriamo che me la cavo!”

“Dobbiamo fermare tutto ciò – conclude il Primo Cittadino –  Dichiarare in modo chiaro e deciso la nostra impossibilità ad amministrare i territori in queste condizioni. Esprimere la nostra tristezza di fronte alla dilagante miseria, che porta, ogni giorno, imprenditori a chiudere aziende, commercianti ad aprire le saracinesche solo per pagare le tasse, famiglie alla disperazione e giovani a perdere la speranza nel futuro. Proprio in queste ore i media stanno diffondendo un dato allarmante: in Italia un cittadino su tre si sta avviando alla povertà. Tutto questo non è accettabile. Non è più accettabile l’immobilismo di parlamentari e governanti che scaricano sui Comuni le più dure responsabilità, senza curarsi delle invitabili e soffocanti conseguenze, anzi  lavandosene  le mani,  da moderni Ponzio Pilato. Se i rappresentanti in Parlamento e al Governo non hanno gli attributi per esercitare il loro mandato, vadano a casa! Per tutte queste ragioni invito i colleghi dell’intero comprensorio, al di là del colore politico che ci caratterizza, ad unire le nostre voci di protesta, e ad organizzare insieme iniziative concrete di rivoluzione pacifica sotto i Palazzi Romani”.

E come primo atto “Invito i Sindaci ad esporre un drappo, o stendardo nero, sulla facciata del Palazzo Comunale contro l’oppressione fiscale e burocratica di una politica sorda ai bisogni delle persone e ad  indicare la sconfitta delle istituzioni nazionali”.