Chiesta dal procuratore generale la conferma della condanna per Giuseppe Romolo Di Silvio, accusato di aver preso parte all’omicidio di Fabio Buonamano, detto “Bistecca”, ucciso a Latina il 26 gennaio 2010, in via Monte Lupone, secondo gli inquirenti nell’ambito della guerra criminale tra rom e non rom per il controllo del business dell’illecito nel capoluogo pontino, esplosa il giorno prima con l’attentato a Carmine Ciarelli.
Nel corso della sua requisitoria, davanti alla III sezione della Corte d’Assise d’Appello di Roma, il procuratore generale Francesco Antonio La Rosa ha chiesto la conferma dei trenta anni di reclusione inflitti dall’imputato in primo grado, dalla Corte d’Assise del Tribunale di Latina. A parlare è stato poi l’avvocato difensore Luca Amedeo Melegari, che insieme al padre Carlo Alberto e all’avvocato Carlo Taormina, difende Di Silvio. L’avvocato Melegari ha chiesto per l’imputato l’assoluzione e, in subordine, la concessione delle attenuanti generiche.
L’udienza è stata poi aggiornata all’11 ottobre, per ultimare le arringhe e per la sentenza. Il processo di secondo grado si è comunque aperto con diversi punti a favore della difesa. A fare appello era stato anche il pm Marco Giancristofaro, puntando all’ergastolo per Romolo Di Silvio, battendo sui motivi abietti e futili, sulla crudeltà e sulle sevizie. Il procuratore generale non ha invece sposato tale linea, come non ha richiesto, come sollecitato dal pm Giancristofaro, di sentire nuovamente sulla guerra criminale l’ex capo della Mobile di Latina, Cristiano Tatarelli.
La Corte d’Assise d’Appello, infine, come chiesto dalle difese, ha eliminato dal fascicolo gli atti relativi al processo “Caronte”, quello sulla presunta associazione per delinquere costituita dai nomadi nel capoluogo pontino e ancora in corso davanti al Tribunale di Latina, e ha acquisito le sentenze d’appello e Cassazione con cui, sempre per l’omicidio Buonamano, è stato condannato in via definitiva a venti anni di reclusione il nipote di Romolo, Costantino “Patatone” Di Silvio. Si tratta di sentenze importanti per la difesa, avendo escluso la premeditazione dell’omicidio e ritenuto esecutore materiale “Patatone”, mentre in primo grado Romolo è stato condannato come autore dell’uccisione di “Bistecca”.
LA VICENDA
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