GAETA, CIMITERO: I CARABINIERI INDAGANO SUI DUE MILIONI E MEZZO PER LA RICOSTRUZIONE DELLA CAPPELLA DI SAN FRANCESCO

cimitero-gaetaDove sono finiti i 2 milioni e mezzo di euro che erano destinati alla ricostruzione della cappella di San Francesco vecchio? Si stanno chiedendo questo i carabinieri di Gaeta dopo l’apertura di un nuovo fronte investigativo a seguito della scoperta della violazione del deposito dove erano accantonati i resti mortali trasferiti dalla vecchia cappella abbattuta nel 2006.

Perché in effetti quella cappella era stata abbattuta proprio per essere ricostruita, e a questo scopo il Comune guidato dalla giunta di Massimo Magliozzi aveva acceso un mutuo dal valore di 2 milioni e mezzo appunto. Soldi poi in realtà mai spesi a questo scopo e infatti la cappella non è mai stata ricostruita. E allora si starebbe cercando di capire che fine hanno fatto quei fondi e se sarebbero stati impiegati per farci altro. Eventualità in tal caso illegittima perché quei soldi erano vincolati e non sarebbero potuti essere distratti su altre voci di bilancio. Perciò si sta risalendo all’utilizzo di quei fondi mai spesi.


Una operazione peraltro corredata da irregolarità nella redazione del bando per l’affidamento dei lavori di ricostruzione, e poi effettivamente annullato perché disponeva irregolarmente una duplice fonte di finanziamento che, oltre all’accensione del mutuo per il valore del 50 percento, prevedeva una sottoscrizione popolare di risorse, cioè donazioni dei gaetani, però illegittimi appunto.

Intanto però non perde quota anche l’altro fronte, quello della ricerca delle responsabilità relativamente alla possibilità di reati amministrativi commessi nella manipolazione e trattamento dei resti raccolti prima del l’abbattimento della vecchia cappella. Perché bisogna capire se l’utilizzo dei sacchi che ancora giacciono li a distanza di circa sette anni, e le dodici casse zincate contenenti resti mummificati semiaperte, fosse anche qui regolare. Oppure bisognava utilizzare i cosiddetti fornetti per ragioni igienico-sanitarie. Eppoi le casse non dovevano essere nuovamente inumate in attesa di essere ritrasferite nella cappella che andava ricostruita?

Insomma un vero e proprio caos che va ad aggiungersi al primissimo filone aperto nel mese di dicembre e che cerca, dopo l’invio dell’informatica alla Procura delle Repubblica, ancora risposte sulla possibile creazione e gestione di un mercato nero dei loculi dal quale eventualmente bisogna capire chi si è arricchito.

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