Sì definitivo alle telecamere negli asili, nelle comunità per disabili e nei riposi per anziani

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Con il decreto Sblocca cantieri, approvato dalle commissioni Lavori pubblici e Ambiente del Senato e sostenuta da tutti i principali partiti di governo e di opposizione, si è stabilita l’obbligazione di installare telecamere in tutte le classi delle scuole dell’infanzia, ma non solo. Infatti, come preannunciato, nel decreto si parla anche di comunità per minori e disabili e case di riposo per la terza età.


L’installazione di telecamere, obbligatoria, permetterà accessi e ispezioni a qualsiasi ora della giornata, in base a un piano straordinario di controlli. Inoltre, è prevista una modifica del codice penale, per inserire una fattispecie di reato specifica per punire chi si macchia di maltrattamenti in strutture analoghe. La condanna comporterà l’interdizione dalla professione per una durata da cinque a quindici anni, come riportato nel testo del decreto, oltre al pagamento di ingenti somme.

La dotazione di fondi prevista è di 5 milioni per l’anno corrente, il 2019, e di 15 milioni per ognuno degli anni nel periodo che va dal 2020 al 2024. Secondo quanto spiegato da Rosa Mancini di zonagenitori.it, questi fondi saranno messi a disposizione dei Comuni per sostenere le spese legate all’installazione di telecamere e sistemi di memorizzazione dei video negli asili e nelle strutture dedicate ai bambini. Inoltre, saranno a disposizione ulteriori risorse, di valore equivalente, che serviranno per l’installazione di videocamere e sistemi di memoria in strutture residenziali, semi residenziali o diurne dedicate ad anziani e persone con disabilità.

Le novità hanno gettato benzina sul fuoco alla discussione, mai sopita, tra chi è a favore e chi no del controllo continuo in questo tipo di strutture. Chi è a favore sostiene la necessità di tutelare in modo effettivo le categorie più fragili della società, come bambini ed anziani. Chi invece si dichiara contrario sostiene che la norma costituisca una violazione ai “diritti fondamentali costituzionali, del lavoro e della libertà di insegnamento”, usando le parole di Christian Raimo, scrittore, interprete, docente e assessore alla Cultura del III Municipio a Roma. Per lui, ma non solo, si tratta di un modo per minare il già debole rapporto fra il mondo della scuola e quello delle famiglie, di stampo autoritario e populista, che mescola diritti e obblighi con controllo.

Nella discussione si è arrivati ad invocare il Garante della Privacy, anche se i promotori della legge non vedono problemi, visto che le immagini non saranno a disposizione di tutti, ma solo della magistratura e delle forze dell’ordine incaricate di eseguire i controlli. In ogni caso, si impegnano a consultarlo per essere indirizzati nella formulazione dei decreti ministeriali attuativi.

Questa norma non è però la sola criticata all’interno del decreto Sblocca Cantieri, che è percepito dai sindacati come pericoloso, per il pericolo di minare il Codice degli appalti pubblici e consegnare il paese e il sistema nelle mani delle corporazioni dei comitati d’affari, mossa rischiosa in un paese dove la possibilità di infiltrazione mafiosa è davvero alta. In questo modo, sempre secondo i principali sindacati, si rischia di minare il lavoro sicuro e garantito.

In ogni caso, si tratta di un tema estremamente controverso, che vede da un lato il diritto alla privacy dei lavoratori e la necessità di instaurare una relazione di mutuo rispetto e cooperazione fra assistenti e maestri e le famiglie degli assistiti e dei minori, e dall’altro lato l’esigenza di proteggere le categorie più deboli.